Bisogna avere fede, e credere nell'uomo e negli uomini. Anche in quelli che vanno in bicicletta: i corridori, coloro i quali sono chiamati ad animare da oggi fino al 27 maggio prossimo l'edizione numero 101 del Giro d'Italia. Bisogna avere fede, perché ce lo impone questo Giro della pace e della spiritualità, che scatta questo pomeriggio con una cronometro individuale di 9700 metri nel cuore di Gerusalemme, per arrivare tra tre settimane e quasi 3.600 chilometri a Roma. Bisogna avere fede, e pensare che questa partenza da Gerusalemme nel nome di Gino Bartali non avrebbe mandato in estasi il campione di Ponte a Ema. Per lo meno abbiamo qualche dubbio, visto e considerato che nella sua vita il grande Gino ha fatto della discrezione la sua cifra distintiva. «Il bene si fa e non si dice», ha sempre ripetuto Ginettaccio, nascondendo documenti falsi nel tubo piantone della sua bicicletta per salvare gli ebrei dall'Olocausto, ma soprattutto nascondendo a tutti quello di cui oggi tutti noi siamo a conoscenza e andiamo fieri.
Sarà il Giro della pace, ma anche del dubbio, che accompagna il principale favorito: Chris Froome. Il britannico correrà con il peso del sospetto e di una questione non ancora risolta: quella dell'antiasmatico in eccesso assunto durante l'ultima Vuelta, che risale ormai allo scorso settembre. «La sua presenza qui non è un bene per il ciclismo», ha detto senza imbarazzi l'ultimo vincitore del Giro, l'olandese Tom Dumoulin. «Capisco la sua frustrazione, ma al contempo ho il diritto di venire a correre per la vittoria, per dimostrare che non ho fatto niente di sbagliato», la pacata risposta del fuoriclasse britannico.
È già sfida dialettica tra i due, composta e leale; retta e dignitosa: mai pelosa. Ma pur con l'incognita, Froome resta l'uomo da battere. Negli ultimi cinque anni ha vinto quattro Tour e una Vuelta. Gli manca solo il Giro per completare la sua collezione. Non gli mancano nemmeno gli avversari, però: su tutti il già citato Tom Dumoulin, primo olandese a portarsi a casa la rosa, che sogna il bis. Ma sulla loro strada ci sarà il nostro Fabio Aru, il Cavaliere dei Quattro Mori.
Oltre a questi tre ci saranno anche i nostri Domenico Pozzovivo, Davide Formolo e speriamo anche Gianluca Brambilla. Con loro il transalpino Tibaut Pinot, i colombiani Miguel Angel Lopez (occhio a questo ragazzo, sarà il vero ago della bilancia) e Esteban Chaves. Così come il britannico Simon Yates e il neo-zelandese George Bennet, l'irlandese Nicolas Roche e il sudafricano Louis Meintjes, senza trascurare il canadese Michael Woods.
Oggi si comincia alle 12.50 ora italiana (le 13.50 in Israele). Il primo a partire sarà Fabio Sabatini, l'ultimo Tom Dumoulin, che punta a rivincere il Giro e vestire la prima rosa.
Per riuscire nell'impresa l'olandese volante dovrà fare i conti con specialisti del cronometro come Dennis, Froome, ma anche Van Emden, Dowsett e Campenaerts. Diretta Tivù su Rai Sport dalle 11.50, su Rai Due dalle 12.50. Su Eurosport dalle 13.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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