Gianni Infantino, presidente della Fifa, ha cambiato residenza. Si è trasferito, armi e bagagli (con la famiglia e due delle 4 figlie) a Doha, in Qatar, sede del prossimo mondiale di calcio previsto per novembre, tra meno di dieci mesi dunque. Questa volta la notizia, rilanciata da un quotidiano svizzero, è stata confermata dal portavoce della federazione mondiale che in passato aveva smentito. Lo stesso Infantino ha poi spiegato che «la riuscita dell'evento vale i grandi sforzi in atto» come a sottolineare che l'esigenza di un controllo quotidiano dell'organizzazione del mondiale ha reso indispensabile il trasloco (ha preso in affitto un appartamento) che - viene specificato - non sarà definitivo. Qualche tempo fa Spillo Altobelli, che da quelle parti ha vissuto molti mesi durante gli ultimi anni, ci aveva raccontato dei dubbi riferiti alla conclusione dei lavori e alla realizzazione in tempo utile delle infrastrutture che dovranno accogliere la manifestazione e migliaia di turisti. Non era mai accaduto in passato che il capo del calcio mondiale abbandonasse il suo ufficio di Zurigo per seguire in prima persona l'allestimento del mondiale, compito solitamente affidato al comitato organizzativo locale. È evidente che Infantino ha deciso di puntare sul successo di questo mondiale invernale (prima volta nella storia) per far fare bella figura alla regione che ospita l'evento e ai potenti padroni di casa che hanno investito miliardi nell'operazione.
A ben vedere, poi, sono gli stessi che direttamente controllano Psg e Manchester City nei confronti dei quali, i club concorrenti europei (Real Madrid, Barcellona e Juve in testa), lamentano la mancanza di controlli in materia di fair play finanziario. Sarà in grado, domani, la Fifa di Infantino, di tagliare le unghie ai due club in questione? Ai posteri l'ardua sentenza.
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