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Schumi, scusate il ritardo E Alonso punta Hamilton

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nostro inviato a Montecarlo

A fine qualifica dietro Schumi ci sono Webber e tutti gli altri e c’è la Ferrari che è stata un po’ sua. Molto sua. Dietro ci sono la Mercedes e il compagno giovane, bello e già vittorioso quest’anno, Nico Rosberg. Dietro ci sono i campioni del mondo degli ultimi anni, l’Hamilton che si spella le mani di applausi e complimenti verso di lui, e l’Alonso sempre meno furioso e sempre più fiducioso (6° tempo ma scatterà 5°), e il Raikkonen sotto tono, e il Vettel «che mi sembra di guidare un coniglio da quanto salta questa Red Bull» parole sue, credeteci, è nono solo grazie alla retrocessione di Maldonado (10 posti per manovracce nelle libere). Fatto sta, Schumi versione due punto zero, Schumi new realise si è messo dietro un po’ tutto il mondo che corre e conta ed ora festeggia «la prima pole della mia seconda vita da pilota», parole sue, credeteci.
Ma oggi, molti di questi signori gli partiranno davanti. Non tutti però. Colpa della marachella commessa dal tedescone mascelluto in quel di Barcellona, ovvero il tamponamento di Senna. Per cui retrocessione di 5 posti da scontare in griglia e in molti sentitamente ringraziano, a partire da Webber. Comunque grande Schumi, grande nell’insistere in pista e acchiappare la prima pole della vita nuova ma anche la quarta in carriera qui nel Principato e per di più grande nel farlo nella settimana più dura per lui, quella del sondaggio di un’agenzia di stampa tedesca, la Sid, secondo cui 55 uber alles su 100 hanno detto «meglio si levi di torno lo Schumi». Una settimana in cui uomini di vertice Mercedes hanno fatto capire che magari no, non rinnoveranno il contratto al ragazzo cresciutello. E invece lui, tieh!, pole e porta a casa. Tipica zampata che solo i campioni sanno «zampare» al momento giusto.
Dunque scatterà sesto, subito dietro ad Alonso e subito davanti a Massa settimo a un decimo dal caposquadra e che proprio come l’ex compagno in Ferrari ha ieri avuto un moto d’orgoglio, passando per la prima volta in Q3. «Finalmente mi sento bene sulla macchina» ha detto Felipe «e se nel Q3 avessi trovato il giro senza troppo traffico avrei fatto meglio di un paio di decimi». Quanto ad Alonso, si dice «abbastanza soddisfatto, ci stiamo avvicinando agli altri» e aggiunge «era un po’ che io e Michael non partivamo vicini, però non penso a lui, penso a novembre, al campionato, per cui controllo Hamilton quarto (ma che grazie a Schumi scatterà terzo, ndr), visto che Vettel è dietro». Un Fernando che fa calcoli mondiali e non rinuncia a sognare il podio e magari qualcosa di più visto che «realisticamente è quello l’obiettivo, però abbiamo visto che quest’anno sono all’ordine del giorno le sorprese».
E allora voce alla sorpresa Schumi, tanto più che il ragazzo cresciutello qualche sassolino se l’è pure tolto. Per esempio: «Questa è la pista dell’anno e ottenere la pole qui, per me, dopo le ultime due stagioni e mezzo, è favoloso… L’altro giorno ve lo avevo detto che l’avrei centrata per poi vincere la gara visto che nel 2006, retrocesso ultimo, avevo chiuso quinto. Questo è il primo passo (a Monaco ha già trionfato 5 volte, il record è di Senna, 6)». E ancora: «Lascio agli altri decidere che cosa questo mio risultato significhi… Quanto a me, io sono solo eccitato e felice perché mi conferma quel che sento da tempo». Cioè che è ancora una ottimo pilota, che non è più un kaiser, ma ancora Schumi. Lo Schumi delle 69 pole con ieri, lo Schumi davanti dopo sei anni visto che l’ultima la firmò di rosso vestito in quel di Magny Cours. Lo Schumi furbetto che ricorda la rimonta del 2006 ma non accenna ai motivi di quell’impresa perché, come ieri, anche allora espiò una punizione. Non di 5 posti, bensì di tutta la griglia. Come dimenticare quel lungo sabato sera con Michael imputato per aver di fatto simulato un incidente nell’imbuto della Rascasse a pochi istanti dal termine delle qualifiche mentre era in pole e mentre Alonso, all’epoca in Renault, gliela stava togliendo all’ultimo giro a suon di intertempi record.

Già, Alonso costretto ad abortire il giro perché Schumi, nel frattempo, aveva appoggiato dolcemente la sua Rossa al guard rail della Rascasse, impendendogli di fatto il passaggio. Da qui l’accusa, «macché incidente, l’ha fatto apposta», da qui indagine e punizione e retrocessione. Ultimo.
Meraviglioso e incorreggibile Schumi.

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