di Benny Casadei Lucchi
Se la Ferrari dice qualcosa e poi la Ferrari rettifica quel qualcosa, delle due l'una: o i soliti media inzigatori hanno capito male pensieri e parole altrui; o chi ha parlato è confuso tra i confusi. Dato che le parole pronunciate ieri a Suzuka dal team principal Arrivabene erano a favore dei microfoni di Sky e quindi registrate, si tratta del secondo caso.
C'è confusione in estremo oriente. Ma ci sono anche confusione e malumori e persino paure nel mezzo della campagna emiliana. In groppa al Cavallino nessuno lavora più sereno. Né a casa né in trasferta. Il definitivo sorpasso della Red Bull in qualità di seconda forza del mondiale (ieri passo gara da paura), le due vittorie stagionali del team bibitaro, i dubbi serpeggianti sulle doti di Seb e quelli sulla rivoluzione estiva con cui patron Marchionne ha rivoltato la Scuderia dando spazio alle seconde linee non provocano più la tremarella solo nei milioni di appassionati. Ora fanno vacillare le certezze degli attori principali. Prendete Vettel. Domenica ha toppato in partenza, terzo errore stagionale al via, un passato glorioso che vacilla sotto i colpi del quasi pensionato Raikkonen. E ieri, quinto, si è prima preso mezzo secondo da Kimi, terzo, e poi in premio le parole di Arrivabene. Sul finlandese: «È un personaggio che quando schiaccia il piede, soprattutto in gara, lo schiaccia davvero». E su se stesso, alla domanda se un rinnovo gli darebbe fiducia come si faceva ai tempi di Schumi: «Quello che aveva funzionato con Michael non necessariamente potrebbe funzionare con Sebastian. Ha solo bisogno di concentrarsi sull'auto. Il suo dar tanto a volte significa interessarsi un po' di tutto, per cui ogni tanto va ripreso e focalizzato sul lavoro principale, ma non lo fa con spirito polemico...». E poi: «È giusto che chiunque, indipendentemente da chi sia, si guadagni il suo posto e il suo stipendio».
Non proprio complimenti. Non proprio tracimante fiducia. Ma la confusione diventa nebbia accennando alla Red Bull. Prima dell'estate Arrivabene aveva detto: «Se dovessi preoccuparmi di loro, allora meglio andare a casa...». Adesso dice: «Da una parte è stata una lezione di umiltà e dall'altra ci ha insegnato non solo a guardare avanti, ma anche a guardarci le spalle. Assicuro che questa lezione è stata assolutamente capita da tutti». Solo che poi segue precisazione Ferrari a correzione di Ferrari: «Arrivabene non ha mai detto che la Ferrari ha avuto una lezione di umiltà dalla Red Bull...
» e su Vettel «non c'è nessuna fretta» di rinnovare con «largo anticipo» ma col pilota «non c'è alcun problema». E a questo punto la nebbia è totale. Come la tremarella.Gp Giappone pole ore 8 (dir. Rai2 e Sky), domani gara alle 7 (Rai1 e Sky)
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