Quando il presidente di Toronto, Bill Manning, pochi giorni fa ha ammesso di essere arrivato a Insigne attraverso il sito Transfermarkt, gli addetti ai lavori si sono sorpresi, sì, ma nemmeno tanto. «Ho guardato la rosa dell'Italia campione d'Europa ha spiegato Manning per vedere chi di quei giocatori fosse il primo a cui scadeva il contratto. Era Lorenzo, quindi abbiamo scelto lui».
Questo perché Transfermarkt è diventato via via nel corso del tempo una sorta di prontuario del calciomercato, una Bibbia per chi ha a che fare con trattative e investimenti. In questo sito, infatti, esistono le schede dettagliate di quasi un milione di calciatori di ogni parte del mondo, con anche l'archivio delle stagioni già concluse. E per ciascun calciatore dati anagrafici e contrattuali (ma non lo stipendio che prende), con tanto di possibilità di filtrare le statistiche in base addirittura alla posizione ricoperta in campo. Tutto in tempo reale, tutto gratis.
Soprattutto per ogni giocatore c'è una valutazione la più oggettiva possibile, che cambia in base al rendimento. Ad oggi, per dire, secondo Transfermarkt il più costoso è Mbappé del Psg con 160 milioni, seguito da Haaland del Borussia Dortmund con 150. Un modo quasi scientifico di sbrogliare una matassa, quella del reale valore di un calciatore, altrimenti di difficile soluzione, e che può tornare utile in questo periodo di plusvalenze più o meno farlocche.
L'idea di Transfermarkt è nata grazie a Matthias Seidel, tifoso del Werder Brema che un giorno, nel maggio del 2000, cominciò ad annotare su un sito le statistiche dei giocatori accostati dalle voci di mercato alla sua squadra del cuore. Il colpo di genio fu di rendere, quasi come Wikipedia, il sito modificabile a chi si fosse iscritto. Così altri appassionati andavano ad aggiornare le schede dei vari giocatori, che diventavano sempre di più e sempre più precise. In breve Seidel e i suoi adepti spostarono l'attenzione anche su altre squadre, fino a suddividerle tutte in base ai campionati in cui partecipavano.
Primo boom di clic nel 2006, con i Mondiali in Germania. La vera svolta, poi, nel 2008, quando il colosso Axel Springer comprò il 51% di Transfermarkt, di cui oggi esistono 22 versioni, anche quella messicana e malese. Il vero segreto sta nelle migliaia di collaboratori iscritti al sito che forniscono statistiche, tabellini delle partite o pareri sui valori dei giocatori da ogni parte del mondo.
A parte il presidente di Toronto, esistono squadre come il Bordeaux che si abbeverano da Transfermarkt per orientarsi negli affari, mentre i clic mensili sulle varie pagine, come riportato dal New York Times che nell'agosto scorso gli ha dedicato un ampio servizio, sfiorano i 400 milioni.
Esistono persino alcuni giocatori professionisti di livello inferiore e svincolati che contattano direttamente il sito per perfezionare le loro schede, a mo' di biglietto da visita. Anche questo conta, nella Bibbia mondiale del calciomercato.
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