Camminando sul ghiaccio nella notte dove il cielo regala l'inferno l'Olimpia Milano si regala il trentesimo scudetto. Festa per 12 mila, trionfo personale per il sesto titolo di Ettore Messina, notte benedetta per Gigi Datome, 16 punti, rimbalzi, idee, cuore ed anche qualche cerotto: sopra l'occhio e sul dito lussato. Giorgio Armani abbraccia Messina che si gode il secondo scudetto consecutivo nella stagione dove tutto sembrava andare male. Monumento per Melli e ieri anche Hines si è meritato le orecchie del toro virtussino. Una finale da brividi, purtroppo anche bruttina. Succede giocando ogni 2 giorni. Il fattore campo ha fatto la differenza e nel salone dei trofei milanese andrà anche lo scudetto creato dalla federazione per la prima volta. La Virtus esce battuta, ma è stata bella almeno fino a gara se ieri, invece, tutto è andato alla rovescia e ci dispiacerebbe davvero se quella di finale è stata l'ultima del mago Teodosic e forse anche di Sergio Scariolo.
Notte degli incubi per la Virtus, per Scariolo (ai saluti, andrà al Real Madrid) che ha trovato una squadra intossicata dall'acido lattico, un' armata che viaggiava ad oltre 85 si gode il secondo scudetto consecutivo nelal spunti che ha dovuto inchinarsi all'avversaria per un 67-55. Punteggio da squadre senza benzina.
Nel giardino dello scudetto ci deve essere una strega che manda in confusione. La polvere nera sembra congelare mani e menti della Virtus mentre Milano colpisce ogni pigrizia difensiva, felice di trovare il miglior Datome dell'anno, mentre dall'altra parte tutto va storto. Se era stato clamoroso il quarto tempo Armani nella sesta (7 punti) la stessa cosa capita a Bologna: 6 punti in 9'50 fino al tiro da 3 di Teodosic che chiude un primo quarto avvilente: 21-9. Gli emiliani avevano segnato meno in un quarto di camionato solo con Scafati e la stessa Armani.
Nel secondo quarto Milano si gode ancora la luna positiva di Gigi Datome, la Virtus continua a perdere palloni e sbagliare da tre. Il Forum canta, ma la strega sta girando di nuovo sul legno bianco. La Virtus ritrova mezze armonie, Milano comincia a voler strafare soffrendo il ritorno di Shengelia, la rabbia di Hackett, le pugnalate di Cordinier che vanificano la serata benedetta di Hines che finalmente viene trovato da Napier. La Virtus ritrova un passo decente e dopo il tiro da tre dell'ex Ricci ecco una piccola rimonta per andare al riposo sul 38-29, per la prima volta con meno di 10 punti da rimontare.
Terzo quarto da brividi dove il 10 a 5 per Milano crea problemi ai sostenitori del grande spettacolo.
Nell'ultimo quarto il risveglio di Napier e Baron oltre al finale sontuoso di Datome uomo partita consegnano a Milano il trentesimo scudetto all'Olimpia, il sesto per Ettore Messina che ha perso solo una delle sette finali giocate.
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