L'Inter si rialza un'altra volta, come sempre dopo una sconfitta: sesta vittoria consecutiva in trasferta, sempre senza subire gol (record del club) e nel frattempo segnandone 19. Stavolta però niente goleada, nonostante Darmian schiodi il risultato dopo un quarto d'ora, sul campo della penultima in classifica. Finisce 1-0 come all'andata e come all'andata Inzaghi si prende i 3 punti, lasciando i rimpianti a Di Francesco. Cioè il palo di Busio a un quarto d'ora dalla fine e forse più ancora l'ultimo tiro di Pohjampalo, quasi allo scadere, un destro solo scarabocchiato in bocca a Sommer. «Non siamo riusciti a chiudere la partita e alla fine abbiamo rischiato», ammette Inzaghi, che nel frattempo si gode il sorpasso in classifica all'Atalanta, pur avendo giocato una volta di meno.
L'Inter peraltro è stata l'unica reduce da Riad a vincere in campionato, nonostante una formazione rabberciata come poche altre volte. «La sconfitta col Milan ci aveva fatto male anche se riaperta da un fallo clamoroso di Morata su Asllani. Siamo arrivati stanchi e con diversi assenti, ora speriamo di recuperare qualcuno». In quanto a infortuni, già non scherzava nemmeno il Venezia: in più Altare si blocca nel riscaldamento e il suo sostituto Sagrado dopo un quarto d'ora. «La società sa che servono rinforzi», quasi implora Di Francesco, che in 2 settimane ha affrontato e perso contro Napoli e Inter, sempre per 0-1. «L'Inter è più forte, ha più soluzioni, ma il Napoli ha il vantaggio di potersi allenare di più». Alla fine è decisivo il gol di Darmian, il 13esimo in stagione di un difensore. Sontuosa nell'occasione la giocata di Lautaro, controllo e tiro per la respinta bassa dell'ex Stankovic. Capitano di nuovo a secco, ma ampiamente positivo. Quest'anno evidentemente va così.
Inzaghi ribalta più volte la squadra, che senza Dimarco e Mkhitaryan ha per una volta nella fascia destra la fascia forte in attacco e nella fascia sinistra la fascia debole in difesa (almeno un paio di pericolosi sbandamenti già nel primo tempo, senza che Doumbia e Pohjampalo riescano a evidenziarlo con un gol).
L'Inter comincia con Asllani regista (suo il lancio che apre l'azione del gol, prima di una colpevole ammonizione), ma poi nel ruolo alterna prima Barella e infine Zielinski. Aspettando Calhanoglu (improbabile per il Bologna). Parte in attacco con Lautaro e Taremi, arriva con Arnautovic e il recuperato Thuram, con in mezzo anche un quarto d'ora di ThuLa. Nel finale si rivede Pavard dopo 45 giorni di assenza ed entra anche Dimarco, insolitamente mezzala.
Mezz'ora e due occasioni per Frattesi (una addosso a Stankovic, l'altra fuori) che incassa i complimenti di Inzaghi («per come lavora e come è entrato, lo vedo totalmente dentro il nostro progetto») e la melina di Marotta («non ci ha chiesto di andarsene: noi non vogliamo vendere nessuno, ma se un giocatore manifesta la volontà di cambiare, cerchiamo di ascoltarlo»).
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