La Signora si ferma a Ferrara. La sorpresa la regala la Spal che mura il miglior attacco del campionato che si inceppa per la seconda volta, dopo lo zero a zero casalingo contro l'Inter. Niente tredicesima vittoria di fila per la Juventus che non allunga ulteriormente sul Napoli andando a dormire solamente a più cinque. E stasera la squadra di Sarri potrebbe rientrare a meno due dalla capolista e tenere ulteriormente aperto il campionato. Una battuta d'arresto che ci può stare dopo un filotto di dodici successi consecutivi, con in mezzo la qualificazione alla finale di coppa Italia e il passaggio ai quarti di Champions con l'impresa di Wembley.
In una delle serate decisamente sottotono, la Juve «brutta» come in tante altre occasioni non ha avuto nessun guizzo dai suoi campioni. Non è un rilassamento, ma un calo fisico. Anche se poi non bisogna dimenticare i meriti della Spal, che gioca una partita tatticamente perfetta.
Bravo Leonardo Semplici capace di far giocare due partite in una alla sua squadra. Nel primo tempo il pressing asfissiante impedisce all'avversario di respirare per impedire il solito impatto forte sulla gara della Signora. Nel secondo invece la pressione è ragionata, per il venir meno delle energie, ma comunque efficace. Anche perché la squadra di Allegri accusa il tour de force con la sesta partita in venti giorni. Ne risente soprattutto l'attacco, dove alla lunga gli infortuni di Cuadrado e Bernardeschi iniziano a pesare. Perché devono giocare sempre gli stessi, con Dybala e Mandzukic e lo stesso Higuain che non sono al meglio. E poi chi dovrebbe accendere la luce, cioè Pjanic è in evidente involuzione, non ha passo ne idee per cambiare marcia a una squadra che arriva alla sosta decisamente sulle gambe. Si aggiunge il problema muscolare di Chiellini, che potrebbe saltare la convocazione con la Nazionale e soprattutto campanello d'allarme in vista delle sfide alla ripresa con Milan e Real Madrid.
La Juventus è lenta, il suo allenatore l'aveva avvisata che sarebbe servita tanta pazienza. Ma la sua squadra ne ha anche troppa perché per oltre un'ora non dà segnali di vita, a parte un tiro di Douglas Costa centrale e una punizione di Dybala alta di poco sopra la traversa. La mossa di Allegri per suonare la sveglia ai bianconeri, è Mandzukic per Asamoah con conseguente arretramento del deludente Alex Sandro, che nella sua serata storta regala anche una rimessa laterale sbagliata. L'occasione capita proprio al croato che su una delle poche accelerate di Douglas Costa non centra la porta di testa da pochi passi. Poco prima la Spal aveva sprecato un contropiede con Antenucci a sbagliare l'ultimo passaggio per Paloschi.
Nel concitato e scomposto assalto finale, Allegri se ne va addirittura prima del fischio finale. Lui che da queste parti aveva allenato al secondo anno nei professionisti, con la Spal che l'aveva esonerato e richiamato nello spazio di un'ora. Aveva detto che gli scudetti si conquistano vincendo partite come quelle di ieri. I suoi per una volta non l'hanno ascoltato. Ma almeno non hanno perso, come spesso capita in serate così.
La Juve quando vede la sosta rallenta: era già successo con l'Atalanta a ottobre e aveva sofferto anche con il Frosinone a novembre. E quando torna dalle nazionali fatica pure, vedi i ko con la Lazio e la Sampdoria. Chi insegue può sperare.
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