Udinese-Juventus 0-4, prima doppietta di Dybala in bianconero, sul rigore friulani in dieci per il rosso a Danilo che stende Mandzukic, gol di Khedira, al 42' Alex Sandro segna la sua prima rete in serie A.
Potrebbe finire qui perché c'è pochissimo da raccontare, in un impeto di accanimento ci si potrebbe chiedere perché questa Udinese si sia iscritta al girone di ritorno, al 14' della ripresa Totò Di Natale è uscito dal prato ma lo aveva già fatto con la testa e non da ieri. Ha scelto di togliere il disturbo prima di assurgere a monumento in campo di se stesso dopo una carriera entusiasmante. Finché è rimasto era l'unico pretesto per continuare ad assistere a una gara insulsa, mai iniziata e sepolta dopo venti minuti nonostante Rocchi abbia deciso di farla proseguire per altri settanta. Ma Udine era in festa con il vernissage della Dacia Arena, i suoi 25mila posti e gli intenti del patron Pozzo che si era lasciato andare a un futuro ambizioso: «Vogliamo stabilizzarci tra le prime sei, sette squadre della Serie A».
In passato ha fatto grandi cose, merita rispetto, tempo, e anche una squadra. La Juve è andata in vantaggio al quarto d'ora grazie a Karnezis, la punizione di Dybala era precisa ma anche prevedibile, il portiere friulano si è posizionato al centro e sulla partenza dell'argentino ha fatto un passo verso la sua sinistra mentre la palla finiva a fil di palo alla sua destra. Poi hanno collaborato attivamente tutti i suoi compagni, Khedira ha segnato in area piccola di testa mentre si trovava lì completamente solo, al 26' Colantuono si è trovato in dieci per l'espulsione di Danilo e Dybala sul dischetto. Chissà cosa gira nella testa quando sei sotto di tre gol in casa, in inferiorità numerica, contro i campioni d'Italia e vice campioni d'Europa. Botte dalle quali non si esce facile, ogni sconfitta lascia scorie ma qualcuna mette in lunga convalescenza. Alex Sandro ha segnato la quarta rete con una facilità irrisoria dopo aver saltato Widmer come se fosse una pozzanghera, palla all'incrocio. Poi la Juventus si è seduta e ha evitato di umiliare avversari corretti, volenterosi, bisognosi di una parola di conforto. Nonostante questo ha messo insieme altre occasioni clamorose con Mandzukic, Dybala e Morata, quasi senza cercarle.
Ad Allegri nessuna domanda scomoda, ci ha pensato lui a tenere vivo il campionato: «Mancano 18 partite e bisogna fare un tot di vittorie per arrivare allo scudetto. Il Napoli ha una media impressionante e al momento è favorita, ma le prime cinque hanno ancora la possibilità di vincere, sarà tutto bellissimo fino alla fine». Per lui è sicuro, ha tenuto fuori Pogba, Cuadrado, Evra, Zaza, e ha regalato a Morata gli ultimi 25 minuti, almeno in questo Rocchi è stato indulgente riducendo all'osso il recupero.
Adesso la Juventus è seconda in solitario, dieci vittorie nelle ultime dieci di campionato, mercoledì punta l'Olimpico per togliere la Lazio dalla semifinale di coppa Italia e ha Dybala. Ieri perfetto, abile anche in ripiegamento, palla incollata alla scarpa, tocco di prima quando serve, uno che a 22 anni non ha già più niente da imparare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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