Le parole di Leonardo Bonucci erano suonate come una robusta scossa all'ambiente juventino: «Nei tre anni con Ronaldo gli davamo la palla durante le partite convinti che avrebbe risolto tutto lui, ma ci sbagliavamo e non siamo stati squadra. Così abbiamo perso l'umiltà e lo spirito di sacrificio», aveva spiegato su The Athletic il difensore non più tardi di tre giorni fa.
Non si saprà mai cos'avrebbe combinato la Signora con CR7 in campo contro il Chelsea. Di sicuro chi ha giocato mercoledì sera l'ha fatto alla grande, portando a casa una vittoria pesante, oltre che di prestigio, di fronte ai campioni d'Europa in carica ridotti a un misero tiro in porta di Lukaku in 90 minuti. Qualificazione agli ottavi di Champions League da certificare nel doppio confronto con lo Zenit, ma che intanto è un obiettivo assai alla portata dei bianconeri, magari da primi nel girone.
Bonucci è stato tra i migliori, annullando il centravanti belga, assieme a Federico Chiesa, l'uomo del momento per la Juventus, autore di cinque gol consecutivi in Champions, uno in più di Del Piero, non proprio l'ultimo arrivato. Il suo sinistro sotto la traversa su assist di Bernardeschi è stato il punto esclamativo in una serata in cui da solo, in pratica, ha messo in difficoltà la difesa del Chelsea, presa d'infilata dalla velocità dell'ex Fiorentina. Già nel primo tempo, infatti, con un altro scatto bruciante e un violentissimo rasoterra aveva sfiorato il vantaggio.
In tutto questo Massimiliano Allegri gongola, perché l'1-0 ai Blues è frutto di un grande lavoro di sacrificio della squadra, abile a rintanarsi in difesa rendendo inutile il 76% di possesso-palla degli avversari. Proprio quello che mancava alla Juventus secondo Bonucci, mentre l'allenatore del Chelsea, Thomas Tuchel, è stato bersagliato al ritorno in patria dai giornali inglesi, che l'hanno accusato di non essere stato in grado di cambiare lo spartito della sua squadra.
Senza attaccanti veri, invece, Allegri ha saputo cavare il meglio da ciò che aveva, in primis appunto da Chiesa, per cui il tecnico pronostica un futuro da attaccante puro e non solo da ala o addirittura esterno a tutta fascia, come era stato impiegato in passato anche dalla Juventus: «La mia idea è che sarà destinato a fare il centravanti», ha spiegato l'allenatore di Livorno, ribadendo che comunque non era ancora al 100% della condizione. Sparite anche le voci sui presunti bisticci tra i due risalenti a qualche settimana fa.
«Solo gossip inutili sparsi dai giornali perché siamo partiti male: tra me e il mister c'è grande intesa», ha ribadito lo stesso Chiesa, che potrebbe diventare a questo punto una sorta di nuovo Ronaldo, non tanto per il palmares quanto piuttosto per il ruolo e l'importanza in campo. Uno a cui affidarsi nei momenti di difficoltà, ma senza perdere lo spirito di sacrificio e la voglia di lavorare che ha sempre caratterizzato il dna della Juventus.
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