Sinner, per arrivare in finale gli serve un colpo mancino

Jannik si è allenato con Bolt che come il rivale Shelton gioca con la sinistra. Nole in campo all'alba contro tutti

Sinner, per arrivare in finale gli serve un colpo mancino
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A Melbourne tira una strana corrente d'aria e non è solo una questione meteorologica. Insomma: l'Happy Slam non sembra molto felice quest'anno, visto che polemiche, sospetti e malanni hanno rovinato l'ambiente. In questo clima, nel senso vero della parole, ci si mette anche il tempo a fare le bizze: si passa dagli oltre 30 gradi dei giorni scorsi ai 17 di ieri, per cui ecco che Jannik Sinner si rifugia al coperto per proteggersi dal vento e dagli sguardi indiscreti. Allenamento contro il mancino Bolt per provare le traiettorie di Ben Shelton, l'avversario che nella nostra mattinata vorrebbe sbarrargli la strada verso la finale (inizio non prima delle 9.30). «Mi piace sentire il suono della palla per capire se va tutto bene», aveva spiegato Jannik nello scorso training indoor, e dunque si affilano le armi, anzi le racchette. E non solo. Per dire: Shelton (che ieri si è allenato con il figlio di Lleyton Hewitt) ha avuto modo di prendersela con intervistatori, commentatori e giornalisti, perché - a suo dire - c'è troppa negatività in giro. «Sono scioccato - è sbottato -, ho notato comportamenti che non mi piacciono, non solo nel caso di Djokovic ma anche con me ed altri. Sono stati fatti commenti nelle interviste post partita fuori luogo. Come si fa a chiedermi ehi, Ben, come ti senti a giocare con Monfils che sembra tuo padre?, oppure come ti senti visto che nella prossima partita nessuno tiferà per te?. Potrebbe anche essere vero, ma chi me lo ha chiesto è uno che non ho mai visto in vita mia: ci vorrebbe un po' più di rispetto».

In mezzo a tutto questo, naturalmente, c'è sempre appunto Djokovic, che - dopo aver accusato alla vigilia del torneo gli australiani di averlo avvelenato durante la detenzione del 2022 -, si è fatto nuovi amici. Fedele alla linea, Novak ha passato buona parte del tempo a litigare con gli spettatori che gli tifano contro, e così i media locali non perdono l'occasione per prenderlo di mira: dopo aver rivelato di aver giocato (e vinto) contro Alcaraz nonostante un infortunio alla coscia (match da quel è uscito senza proferire parola perché offeso dal comportamento del giornalista Tony Jones, che poi si è scusato), si è preparato per la sfida (cominciata alle 4 ora in italiana) con Zverev stando completamente a riposo. Senza impietosire nessuno, però: i quotidiani australiani lo hanno accusato di fare pretattica («Sta fingendo per mettere pressione all'avversario»). E perfino John McEnroe ha rincarato la dose: «Il malanno di Nole? Non ci credo». Insomma: solo pretattica, dicono, e d'altronde fece lo stesso due anni fa con Fritz prima di vincere il torneo.

In questo clima, alla fine, i più tranquilli siamo noi, che abbiamo già una finale in tasca. Bolelli e Vavassori ci riprovano un anno dopo contro Heliovaara e Patten, «ci siamo allenati per questo, il nostro obbiettivo quest'anno è riavvicinare la gente al doppio e diventare i numeri uno al mondo».

Sperando che sia solo un antipasto: Jannik, che sia stato un virus o meno, dopo il match vinto con De Minaur ha promesso che in un paio di giorni sarebbe passato tutto: «Non sono ancora al 100% ma ci arriverò». Per Shelton questo sì che potrebbe essere negativo.

Donne, semifinali: Sabalenka-Badosa 6-4, 6-2; Keys-Swiatek 5-7, 6-1, 7-6. Tv: Sky ed Eurosport

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