Sinner, la crisi è solo un ricordo: il "professorino" sale in cattedra

De Minaur battuto facilmente: ora c'è Shelton in semifinale. Coach Vagnozzi: "È sempre più autonomo nella tattica"

Sinner, la crisi è solo un ricordo: il "professorino" sale in cattedra
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Stairway to heaven, titolava una celebre canzone. Ma qui più che una scalinata sembra un'autostrada: superata la crisi, Jannik Sinner ha dato in tre set la decima sistemata su dieci ad Alex De Minaur e ora aspetta Ben Shelton. Non sarà facile, perché la battuta e le rotazioni mancine dell'americano danno fastidio (chiedere a Lorenzo Sonego, comunque splendido, per conferma), ma è sempre meglio lasciare Djokovic e Zverev dall'altra parte del tabellone. Insomma: la seconda finale consecutiva a Melbourne è dietro l'angolo.

Povero De Minaur, diciamolo, impotente in campo ma bravissimo a rispondere a un odiatore sui social: «Ehi amico, è un peccato che tu non sia diventato un giocatore abbastanza bravo per provare a sfidare Jannik. Sono sicuro che sapresti esattamente come batterlo». In pratica: 6-0, 6-0 per lui, dopo il 6-3, 6-2, 6-1 per Sinner. Per l'azzurro nessuna sofferenza («Con Rune aveva mal di testa e mal di pancia» ha rivelato coach Vagnozzi) e Jannik alla fine spiega: «Quando in campo non ti senti al 100% è diverso. Però credo sia una parte importante di un tennista: non sempre ci sentiamo come mi sono sentito contro Alex, quando le cose vengono abbastanza facili. La differenza è che se sei sotto pressione, devi trovare la soluzione». Non gli sono sfuggite, ieri. E la cosa bella è che lui, comunque, riesce sempre a infilare la sua piccola gaffe: intervistato a bordo campo dal grande ex Jim Courier riguardo la vigilia del match con l'australiano, ha risposto «ieri è stata una giornata molto tranquilla, dal punto di vista generale sto bene: quando sei giovane recuperi molto in fretta». Al che il 54enne Jim ha preso la palla al balzo («Mi stai prendendo in giro?») facendo scoppiare la risata generale, a cui Jannik ha replicato con il solito candore imbarazzato: «No, stavo guardando il mio team. Comunque so di essere pessimo come intervistato».

Scene dunque da una giornata serena, da Sinner che ha dormito bene e a lungo (Vagnozzi rivela: «L'anno scorso doveva giocare contro Baez e non gli è suonata la sveglia: abbiamo dovuto fare tutto di corsa»). Ed oggi altra giornata di riposo (e di riposini), ci sarà tempo di aggiustare la mira per affrontare il rampante Ben: «Shelton non dà ritmo, è molto potente ed è mancino - continua il coach -. Jannik saprà essere all'altezza: sta crescendo sempre un po' ad ogni partita ed impara velocemente dalle sconfitte come dai momenti no. Sa scegliere sempre più in autonomia la tattica, se spingere o giocare corto: ormai è diventato un professorino».

Tanto che, visto quanto rivelato nella gaffe precedente, magari non ci sarà da sostituire Cahill a fine anno (ultimo candidato Ivanisevic). Ma non ditelo a Vagnozzi: «Mica posso fare tutto da solo. E poi mia moglie non sarebbe d'accordo...».

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