Sinner e il disperato bisogno di variare

Tsitsipas sa cambiare piano, Jannik non ancora. Berrettini sì. E domani c'è Nadal

Sinner e il disperato bisogno di variare

Una lezione gratis. Ha questi connotati la sconfitta di Jannik Sinner nei quarti di finale degli Australian Open. Nella Rod Laver Arena di Melbourne, il sorgere del sole italiano è stato accompagnato dal match tra l'altoatesino e Stefanos Tsitsipas (n.4 del mondo). Alla vigilia si pensava che l'incontro fosse equilibrato anche perché il greco, scampato per poco alla sconfitta nell'ottavo di finale contro l'americano Taylor Fritz, non aveva convinto più di tanto. Impressioni errate perché il tennista nativo di Atene ha sciorinato una prestazione di altissimo profilo, facendo capire a Sinner che per raggiungere la top-5 nel ranking ATP ne deve fare ancora di strada. 6-3 6-4 6-2 lo score in favore dell'ellenico, assoluto padrone del campo dall'inizio alla fine.

Meriti doverosi a Tsitsipas, ma Jannik poteva fare qualcosa di più? «È una sconfitta che mi fa capire quanto manca dai migliori. Avrei potuto fare tante cose meglio, dal servizio alla risposta. Devo migliorare in generale. Questo sarà il mio obiettivo stagionale. Devo trovare una soluzione in questo genere di partite», le parole dell'azzurro. Si è evidenziata, effettivamente, la mancanza di un piano alternativo nel tennis del classe 2001, come sottolineato dall'ex n°4 del mondo, Tim Henman, parlando invece di Tsitsipas, «capace di variare da un piano A, B, C, cioè dal fondo o col servizio, o andando a rete, a seconda dei momenti del match...». Tsitsipas ha infatti tolto il tempo delle giocate al ragazzo di San Candido, che scambio dopo scambio perdeva sempre più campo. C'è da lavorare per Sinner, anche pensando alla portata delle sue vittorie alla vigilia, quando nei fatti gli avversari affrontati erano tutti indietro in classifica rispetto al suo status.

Di piani A,B,C ne ha invece Matteo Berrettini, pronto alla grande sfida contro Rafael Nadal. Il romano, primo tennista italiano della storia a raggiungere le semifinali di questo torneo, ha fatto capire nel suo percorso che la definizione di giocatore monodimensionale non gli si addice. La forza indubbia rappresentata dall'accoppiata servizio-dritto è stata arricchita nei propri incontri dalla gestione dei momenti difficili e variazioni di ritmo con il rovescio in back. In altre parole, Matteo può avere l'ambizione di affrontare Nadal domani, puntando ad approdare in Finale.

«Sarà dura, ma so di poterlo battere. Ho una consapevolezza diversa rispetto all'incontro di due anni e mezzo fa nelle semifinali degli US Open».

Il campo emetterà presto il proprio verdetto e per Berrettini sarà l'ennesima prova di maturità.

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