«Sono contento di essere numero uno del mondo, ma ora si riscrive una nuova storia da capo. È anche questo il bello del tennis». In questo modo Jannik Sinner aveva commentato, alla vigilia del suo esordio nell'ATP500 di Halle, il suo essere in vetta al ranking ATP.
Il 10 giugno l'appuntamento con la storia per Jannik e il tennis italiano, ma nell'era dell'eterno presente non c'è tempo di adagiarsi sugli allori ed è necessario vestire i panni della preda e non più del cacciatore.
Sì, perché adesso nel Far West tennistico Sinner è identificato con la scritta wanted, ricercato. Sull'erba teutonica il primo cacciatore di taglie che voleva riscuotere la ricompensa era l'olandese Tallon Griekspoor.
Non un cuor di leone il giocatore dei Paesi Bassi, basti pensare a quel quinto set perso al Roland Garros contro Alexander Zverev, avanti di due break nel parziale decisivo.
Tuttavia, l'erba è elemento gradito al buon Tallon e lo si è compreso ieri per il modo in cui il primo set si è tinto d'arancione sullo score di 7-6 (8). Sotto 1-5, l'orange ha messo in atto una rimonta inattesa e Sinner ha dovuto fare appello alle sue risorse. La prima uscita da numero 1 meritava qualche effetto speciale e così è stato dal secondo parziale in avanti. L'azzurro ha tramutato la sua racchetta in clava e bacchetta magica, a seconda delle necessità, riuscendo a trovare il giusto mix tra concretezza e creatività.
D'autore il modo in cui è riuscito a riemergere dallo 0-40 del quinto game del secondo parziale e di pura classe i passanti che gli hanno regalato il break, in particolare un colpo di dritto in tuffo da stropicciarsi gli occhi.
Applausi a scena aperta per il pusterese e plus di energia per ribaltare la situazione. «Nel secondo sono stato 0-40 sul mio servizio e da lì ho ritrovato fiducia. Penso di aver mostrato un bel tennis. Il passante in tuffo mi ha dato la confidenza necessaria, ho pensato che, se l'avevo fatto una volta, potevo rifarlo. Griekspoor ha giocato comunque una grande partita», le sue parole.
E ora il prossimo incrocio con il
magiaro Marozsan, detto «ammazzagrandi», ricordando la sua affermazione contro Carlos Alcaraz a Roma nel 2023. Un avversario da prendere con le molle e da non sottovalutare, in considerazione del suo tennis imprevedibile.
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