Unforgivable Sinner. Si può prendere spunto dal celebre pezzo di Lene Marlin degli anni '90 per quello che Jannik Sinner (in foto) sta vivendo in queste ore. La notizia della positività al Clostebol e l'assunzione involontaria certificata dal Tennis Integrity Agency (Itia) sono stati un fulmine a ciel sereno. Se è vero che Jannik potrà giocare i prossimi US Open, è altrettanto chiaro che il n.1 del mondo sarà visto da una percentuale di appassionati e anche di suoi colleghi come colpevole di essere innocente. Il fatto di aver goduto di un iter procedurale alla lettera e con tempistiche perfette per l'agonismo nel tennis, tra l'altro simile a quello riservato dalla Tennis Integrity Agency a un altro tennista, Bortolotti, certamente non un top player, ovviamente non risparmia l'italiano dalla critiche. «Il sistema antidoping, per come è gestito, è sleale e incoerente perché Sinner potrà giocare, mentre altri in una situazione simile non hanno potuto farlo», ha dichiarato Mats Wilander. Dalla parte dell'altoatesino, Andy Roddick (ultimo n.1 del mondo degli States) che ha perorato la causa dell'italiano: «Sinner è il migliore al mondo, non avrebbe mai rischiato tutto. Grave negligenza del suo team». Nei fatti ieri c'è stato il sorteggio del tabellone principale e il n.
1 del mondo incomincerà il suo percorso contro lo statunitense McDonald, avendo all'orizzonte le sfide nei quarti contro Medvedev e in semifinale contro Alcaraz. Per gli altri italiani: Musetti vs Opelka, Sonego vs Paul; Cobolli vs Duckworth; Fognini vs Machac; Arnaldi vs Svajda, Berrettini vs Ramos-Vinolas, Darderi vs Baez e Nardi vs Bautista Agut.
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