Finisce ai quarti di finale la bella avventura di Jannik Sinner ai quarti di finale degli Australian Open. Il 20enne di San Candido è stato battuto nettamente dal collega greco Stefanos Tsitsipas che si è imposto in tre set: 6-3, 6-4, 6-2 in poco più di due ore di gioco. Il 23enne ha staccato così il pass per la sua terza semifinale in Australia e si augura finalmente di vincere il suo primo trofeo del Grande Slam dopo aver perso la finale del Roland Garros nel 2021. Sinner è stato in partita nei primi due set mentre nel terzo il greco ha letteralmente preso in mano il match chiudendo così a suo favore la contesa.
Sinner non ce l'ha fatta ad eguagliare il suo connazionale e amico Matteo Berrettini che in semifinale affronterà ora Rafael Nadal per cercare di raggiungere la finale, che sarebbe la seconda in carriera dopo quella di Wimbledon del 2021, partita poi persa contro Novak Djokovic. La partita contro Tsitsipas ha riportato sulla terra un lanciatissimo Sinner ma ha confermato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la grande classe e il talento cristallino del classe 2001, grande speranza del tennis italiano. Con questo risultato, Jannik entra nei primi 10 tennisti al mondo e la sensazione è che possa solo scalare la classifica da qui ai prossimi due anni.
Un predestinato e le parole di McEnroe
Sinner è davvero un predestinato e in tanti lo hanno capito, anche l'ex fuoriclasse del tennis John McEnroe che in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha parlato della sua voglia di allenare: "Non sto trattenendo il respiro, ma aspetto che Riccardo mi chiami per definire! Con Jannik sta facendo un gran lavoro, però non glielo riferisca sennò il mio amico si monta la testa... A New York a fine agosto, in una giornata di pioggia prima dell’Us Open, Jannik è venuto ad allenarsi al mio club.
Lì ho parlato con Riccardo (Piatti; ndr), ribadisco la mia disponibilità part time a consigliare il ragazzo, che è una spugna: impara qualcosa da ogni palla, assorbe tutto, è un lavoratore straordinario. E poi ho visto il rispetto nel suo sguardo: non che io sia una leggenda, ma mi guardava con certi occhi..."
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