Dopo la domenica dei Lorenzo, il tennis italiano resta con le mani in mano. Niente più azzurri dunque al Roland Garros già agli ottavi, eppure niente rimpianti. Perché quando vince il più forte, gli stringi la mano e te ne vai. Ad allenarti per la prossima volta.
LORENZO 1 Il primo set finisce 6-1, e allora Sonego giustamente pensa che battere Khachanov sia una missione possibile. Negli Slam però si gioca tre su cinque, e quindi la partita non è mai finita. E poi certo, è anche questione di particolari: perdi il secondo set in cui potresti strappare il servizio all'avversario, arrivi 4-0 nel tie break del terzo e alla fine non riesci poi a convertire un set point (bravo lui). Insomma, dirà Lorenzo, «ho dato tutto ma non ne avevo più». E il fastidio all'adduttore che spegne il finale diventa una logica conseguenza dell'1-6, 6-4, 7-6, 6-1: «Non ho nulla da recriminare: ho avuto le mie occasioni, come le ha avute lui. L'aspetto fisico negli Slam conta, solo con il cuore e con la grinta non si vince, e su questo devo ancora lavorare molto. Mi porto via un bel torneo, partite dure con ottime prestazioni, un gran match contro Rublev e una lotta alla pari contro Khachanov, che è un giocatore che arriva sempre in fondo in queste occasioni. Insomma: ho grande fiducia per il futuro». Giocando così, di sicuro, si può solo migliorare.
LORENZO 2 Pronti, via, Musetti-Alcaraz 2-0. Ci sarebbe da fermare la partita, purtroppo il resto va come molti si aspettavano. Eppure si può poi perdere in tre set (6-3, 6-2, 6-2) dando spettacolo: succede, quando hai davanti un fenomeno. Ma succede perché sei bravo. E quindi, nonostante tutto, ecco il solito meraviglioso rovescio, le smorzate di classe e volée alte di rovescio alla Panatta. La famosa Veronica, insomma, che però non ammalia per niente Alcaraz, numero uno del ranking a 20 anni mica per caso. Musetti, che di anni ne ha 21, però ha il talento per rifarsi: Mats Wilander, che a Parigi ha vinto 3 dei suoi 7 Slam, ha detto che Lorenzo «è un mix tra Federer e Kuerten». Quando la forza mentale andrà di pari passo col talento, sarà sicuramente un'altra partita.
POLITICALLY CORRECT Nota a margine per una questione che agita il tennis da un po' di tempo, ovvero la parità di premi tra uomini e donne (che a Parigi è già in vigore da tempo). Concetto giusto se si pensa ai sacrifici fatti per arrivare in alto, un po' meno se si considera lo sport come spettacolo. La riprova il Roland Garros l'ha fatta nelle ultime due giornate, mettendo nella sessione serale incontri femminili.
Risultato: il match tra la polacca Swiatek, numero due del mondo e prima testa di serie del torneo francese, e la cinese Wang è finito 6-0, 6-0 in 52 minuti, ieri Sabalenka-Stephens ha visto molti possessori dei biglietti a caccia di qualcuno che se lo comprasse. In pratica, l'esperimento voluto da Amelie Mauresmo, direttrice del torneo, è purtroppo fallito, e basta fare un confronto fra i tabelloni per capire il perchè. Seguirà ulteriore discussione. Se si può.
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