Spalletti: "I miei azzurri seguano la legge del bosco"

Un giorno a casa del Ct: "Nella foresta chi parla è perduto, voglio sensi acuti contro la Germania"

Spalletti: "I miei azzurri seguano la legge del bosco"
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nostro inviato a Montaione (Fi)

La pioggia è intensa e inattesa («ieri qui c'era un sole bellissimo», il commento del Ct azzurro). Ma entrando nella Rimessa, la tenuta che Luciano Spalletti possiede a Montaione, 50 ettari situati al centro del triangolo Firenze-Siena-Pisa, che ha aperto ai giornalisti, si ha l'idea di entrare in un mondo lontanissimo dai riflettori del pallone. Tra animali come il cavallo Astra e il cane Diana, vini che portano nomi calcistici (come Rosso Diretto), il pattino del Napoli e persino il murales di Maradona riprodotto in scala oltre alla collezione di oltre 250 maglie di giocatori di tutto il mondo da fare invidia, la filosofia dell'allenatore - che fra un mese tornerà in Germania a cercare il pass per le finali di Nations League - è legata soprattutto a questo mondo.

«Vivendo in un contesto del genere si ha la possibilità di fare conoscenze più profonde di quelle che si fanno con le persone, come ad esempio il cambio delle stagioni e il rapporto con gli animali - ha raccontato Spalletti -. Queste conoscenze ti danno una sensibilità superiore e questa me la porto dietro nel lavoro e quando ritrovo i giocatori in Nazionale. Vorrei che seguissero quella che è la legge del bosco: chi chiacchiera troppo muore, perché come uno fa rumore c'è sempre l'animale più grosso che lo mangia. Così è importante saper stare zitti e usare orecchie e naso».

Ci sarà tempo per fiutare e magari azzannare la preda teutonica, l'appuntamento con la Nations è fissato tra 23 giorni, con gli azzurri che prepareranno la doppia sfida ad Appiano Gentile, quartier generale dell'Inter. Dortmund, dove si giocherà il ritorno, porta con sé ricordi bellissimi per la Nazionale («con Buffon ne parliamo spesso, dovremo seguire bene i cartelli stradali dopo quella sfida che ha fatto la storia azzurra»). Intanto l'attualità dice che proprio i nerazzurri giocheranno sabato uno spareggio scudetto a Napoli. «Sarà un bel duello, non so ancora se lo guarderò al Maradona o davanti alla tv. Il Napoli è riconoscibile per il modo di stare in campo e quello è stato Conte che ha saputo trasferirlo alla squadra. L'Inter non è ancora al top, ma siccome ha quel livello altissimo di potenziale penso lo possa esprimere da un momento all'altro. La squadra di Inzaghi ha certamente un vantaggio».

Le eliminazioni delle italiane in Champions («la cui formula mi piace molto») sono state cocenti: «Non me l'aspettavo, sono figlie di prestazioni non andate a buon fine ma credo che siano frutto di episodi». In compenso il campionato si sta mostrando appassionante con due bomber (Retegui e Kean) che sono i terminali offensivi azzurri: «Il primo ha il vantaggio di giocare in una squadra che gli permette di stare sempre in area di rigore, contro la Germania dovrà ripartire dal centrocampo e allora servirà uno che ha le caratteristiche del secondo, perché Kean (dimesso lunedì notte all'una, ndr) ha la capacità di partire e arrivare da solo». La serie A dunque sta offrendo al Ct tante indicazioni, c'è un Mondiale all'orizzonte da conquistare, ma ci sarà tempo per parlarne: «Trovo sempre qualcosa da appuntarmi nel foglietto delle formazioni quando vado a vedere le partite, ci sono giovani interessanti come Baldanzi e Casadei e mi piace il calcio relazionale di Thiago Motta.

Voglio allestire una Nazionale che duri nel tempo, vorrei una squadra moderna che non dia punti di riferimento agli avversari». Intanto si rituffa tra i suoi appunti nello studio allestito in casa con vista - quando c'è il sole - addirittura sul mare tra Viareggio e Livorno.

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