Uno Spalletti Nazionale. "Altro che contropiede. E siamo fratelli d'Italia"

Il ct difende il suo gioco: "Noi un po' all'italiana alla spagnola e all'inglese. Che unità il gruppo"

Uno Spalletti Nazionale. "Altro che contropiede. E siamo fratelli d'Italia"
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Adesso il rischio è quello di allargarsi un po' troppo, almeno con le parole. Può succedere a chi ha appena vinto in casa della Francia, dominando un avversario tanto forte e temuto. «Abbiamo giocato all'italiana, ma anche un po' alla spagnola e un po' all'inglese», gongola Spalletti, chiarendo a modo suo che l'Italia di Parigi non è stato solo contropiede, ma anche possesso (alla spagnola) e aggressione (all'inglese), quando è stato necessario.

Giusto godersi il momento, ma stasera ce n'è già un altro e guai a scivolare. «Contro Israele dovremo avere lo stesso spirito che abbiamo avuto con la Francia: sennò la partita può trasformarsi in una trappola», avverte il ct. Di nuovo in campo, stavolta a Budapest, campo neutro perché l'avversario non può giocare in casa per motivi di sicurezza. Per la cronaca, sempre venerdì, gli israeliani hanno perso in modo secco contro il Belgio, sempre in Ungheria.

Spalletti cambierà la formazione («4 o 5 giocatori saranno differenti perché in 3 giorni non si può recuperare») ma non lo spartito. L'Italia ormai è questa, difesa a 3 e avanti tutta. Bastoni farà il Calafiori (infortunato e già a Londra), il mancino che difende e costruisce. Dentro Buongiorno e magari anche Gatti per l'intristito Di Lorenzo. In mezzo Ricci e Tonali, sperando che l'ex Milan abbia ricaricato le batterie, in dubbio Frattesi, che vorrebbe giocare, ma che potrebbe essere risparmiato per non fare un dispetto all'Inter (come Bastoni, aveva cominciato il ritiro da acciaccato). Fagioli è pronto, come Kean, che vuole ritrovare il gol anche in azzurro.

Come in ogni vigilia di Spalletti non manca un po' di retorica e così «questa Italia è più di un gruppo, contro la Francia ci siamo scoperti uniti come fratelli», perché basta una vittoria per cambiare giudizi e prospettive. «Una nazione come la nostra avrà sempre 20 calciatori per fare una Nazionale forte, al di là del momento difficile che si può attraversare». E qui ci sarebbe da ricordargli che i 20 migliori bisognerebbe poi anche sceglierli e farli squadra, ma ormai non è più il momento delle polemiche. Battuta la Francia, i brutti ricordi dell'Europeo in Germania sembrano finiti nel cestino. Almeno fino alla prossima volta. «Non abbiamo il purosangue come Baggio, Totti o Del Piero che facevano la differenza da soli, ma abbiamo tanti bravi calciatori che possono sommare le loro qualità e con i quali vincere ugualmente le partite».

E allora lode a Tonali («un giocatore molto importante, che abbiamo aspettato e accolto a braccia aperte e che può

essere fondamentale per la squadra») prima della giusta considerazione sul gruppo di convocati finalmente più ristretto: «Meglio essere solo in 23, gli allenamenti sono di maggiore qualità, così nessuno resta a guardare».

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