Tanta fatica. E un pizzico di fortuna che non guasta mai. Così il Napoli ha raggiunto la decima vittoria di fila in campionato, eguagliando il record di Sarri. Ma c'è voluto un «rigorino» per sfondare il muro empolese e una perla di Zielinski, ovvero due intuizioni della panchina. Va bene così, ci mancherebbe. Ma per quasi un'ora non c'è stato ritmo: gli azzurri hanno tenuto costantemente palla, facendola viaggiare però lentamente e faticando a trovare fluidità di gioco. Soltanto due parate di Vicario, a testimonianza delle difficoltà dei partenopei, ieri rinnovati per cinque undicesimi rispetto alla vittoriosa trasferta di Bergamo. Si è sentita molto questa volta l'assenza di Kvaraskhelia perché in una gara bloccata le giocate individuali servono come il pane: al suo posto non ha convinto Raspadori, troppo defilato sulla fascia, né trequartista né attaccante, in difficoltà contro i raddoppi puntuali della nutrita linea difensiva dell'Empoli. Senza ritmo sono mancate le intuizioni, oltre a quelle di Kvara anche gli spunti geniali di Zielinski: Spalletti gli ha preferito Ndombele, più fisico ma anche più lento. I toscani hanno fatto quello che dovevano fare, in dieci dietro la linea della palla, alla ricerca dell'equilibrio e della solidità difensiva, con qualche speranza di contropiede affidata a Satriano, puntualmente rispedita al mittente da Kim. In nove negli ultimi venti metri a difendersi, hanno annullato i tanti palloni piovuti in area, senza far mistero di triplicare la marcatura su Osimhen e di ringraziare la buona sorte per il destro di Raspadori terminato di un niente a lato.
Invano Spalletti ha atteso la scossa di inizio ripresa, il filone è rimasto intatto, con il giro palla comandato dai padroni di casa e con gli empolesi diligenti nell'applicare le consegne difensive del proprio allenatore. Lobotka ha funzionato bene come al solito davanti alla difesa ma le sue giocate non hanno trovato la verticalità che occorreva in assenza di spazi, quindi si è continuato con le azioni personali e insistite. Politano ha provato ad aprirsi varchi a destra ma i suoi suggerimenti non hanno trovato adeguata collaborazione, ecco perché Spalletti ha optato per il triplo cambio negli ultimi trenta minuti.
È sembrata esserci più vivacità con Lozano e Zielinski, non a caso gli ispiratori dell'azione che ha portato al vantaggio, con la complicità dell'immancabile Osimhen abile nel cercarsi il fallo giusto: ingenuo Marin. Fortunato Lozano perché Vicario tocca ma non trattiene. Poi Luperto si fa cacciare e Zielinski piazza un altro timbro da tre punti.
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