Spinazzola e la strana etica azzurra

Spinazzola e la strana etica azzurra

La campagna di Russia chiede aiuto a un ex disertore. La nazionale di calcio regala, ogni volta, una caramella amara. Il commissario tecnico Ventura ha convocato Spinazzola Leonardo, difensore dell'Atalanta, conteso dalla Juventus che ne detiene la titolarità. Lo stesso Spinazzola, eccitato dal passaggio alla squadra campione d'Italia, una settimana fa si era rifiutato di accettare un aumento di stipendio e di partecipare agli allenamenti di Gasperini, offrendo un ulteriore esempio, se ce ne fosse bisogno, della nuova tendenza sindacale della categoria.

Tra un certificato medico e un malessere psicologico si fa in fretta a fare i furbi. Ma tant'è. Alla nazionale valgono altre regole. Il codice etico è una balla colossale, Spinazzola serve e basta. Il resto è chiacchiera dei giornalisti e dei frequentatori dei bar. Sarà. La maglia azzurra è un traguardo che andrebbe raggiunto non soltanto con le proprie prestazioni agonistiche ma anche e soprattutto con un comportamento professionale almeno leale. Non è stato così in passato, si sperava nel futuro.

In Spagna, dunque, l'ex disertore è a disposizione, non più smarrito nella testa ma concentrato ai massimi.

A Ventura e a Tavecchio suggerirei comunque di ricorrere, anche in questa vicenda, alla Var di cui sono entusiasti. Potrebbero rivedere usi e costumi dello Spinazzola e capire chi abbia commesso l'errore.

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