La vittoria di Udine fa morale ma non rimette a posto i numeri dell'Inter, ancora in pesante deficit rispetto a quelli dello scorso anno (4 punti in meno in classifica, 4 gol in più al passivo), anche se i più ottimisti preferiscono sovrapporli a quelli del 2020 (seconda stagione di Conte) quando dopo 6 partite i punti erano 11 e i gol al passivo 7, esattamente come oggi: a fine stagione fu scudetto. Quell'Inter, però, uscì presto dalla Champions League, evento che i campioni d'Italia oggi non possono permettersi, per bilancio e neo blasone, e che nessuno perdonerebbe a Inzaghi.
Domani sera, contro la Stella Rossa, l'obbligo per Inter è di centrare la vittoria, per dare forma alla classifica europea e per non deprezzare il punto di Manchester. Ne serviranno fra 16 e 18 per chiudere fra le prime 8 (obiettivo dichiarato del club), quindi è fondamentale vincere sempre in casa, soprattutto contro uno degli avversari teoricamente più deboli. I serbi al debutto hanno perso a Belgrado col Benfica e arrivano a Milano con l'ex rossonero Krunic in regia ma senza tifosi al seguito (almeno ufficialmente, il timore della questura è che gli ultrà si presentino nonostante il divieto di trasferta). Rispetto a Udine, Inzaghi cambierà qualcosa, ma non molto. Zielinski potrebbe giocare dall'inizio, come a Manchester, al posto del sempre spento Mkhitaryan, mentre anche Taremi ambisce a un posto da titolare, stavolta al fianco di Lautaro, che dopo essersi sbloccato non ha certo intenzione di fermarsi. Tutta la squadra aspettava i gol del capitano e si è visto nel modo in cui è stato festeggiato il fortunoso rimpallo su Bijol.
Restano da guarire i guai della difesa, che non possono essere liquidati con la semplice lettura che Inzaghi ha dato a Udine («al primo errore, gli avversari ci fanno gol») e il primo a saperlo è proprio il tecnico.
A livello individuale, solo Bastoni è già al suo livello. Pavard non è ancora quello dello scorso anno e Bisseck sabato è stato il peggiore in campo, primo responsabile dei 2 gol subiti. Acerbi ha un anno in più, ma questo si sapeva anche in estate.
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