La Juventus è arrivata alla terza stella? Allora è anche ora che il Milan aggiunga la sua seconda, maturata già un anno fa. Un merito sportivo valido tanto e forse più di quello dei bianconeri, con la sola differenza che Silvio Berlusconi, con Barbara e Adriano Galliani, per rispetto - e diremmo anche amore- delle regole e consuetudini federali, non hanno mai reclamato. Ora però, se questi sono i tempi moderni dettati dalla Juve di Andrea Agnelli e Antonio Conte, anche per non passare da cornuti e mazziati è il momento di venire allo scoperto.
I fatti sono semplici, ma è utile ripassare un po’ distoria.Partiamo dal 2011 e andiamo a ritroso: lo scorso anno, di questi tempi, il Milan di Allegri vinceva il suo ventesimo scudetto, che vale la seconda stella. Ma la statistica dice 18, come è 28 quello di Conte. In verità ne mancano due ai rossoneri. Attenzione: come forse qualcuno sta pensando, qui non si intende riaprire ferite mai rimarginate, che da sole varrebbero titoli di cui il Milan è stato privato da torti di varia natura riconosciuti a livello planetario. Quindi non si vuole perdere tempo, per esempio, con il campionato rubato del ’72-73, complice l’arbitraggio di Lo Bello (Concetto) in Lazio-Milan, (in confronto al quale la direzione del signor Moreno di Italia-Corea del Sud risulta cristallina ed esemplare) che è poi costato il campionato perso a Verona all’ultima giornata (nonostante la richiesta dei rossoneri, appena vittoriosi in coppa Coppe, di rinviare la gara di qualche giorno).
Né la vergognosa sceneggiata della monetina di Alemao& Carmando in Atalanta-Napoli del ’90, costata un altro scudetto per mano poi esecutiva di un altro Lo Bello ( Rosario)e di un’altra Verona, alla penultima giornata. Ripetiamo, non è questo il punto: il rossonero è popolo avvezzo ad accettarne di ogni, tanto che l’unico gol mai realizzato nella sua vita da Muntari non fa che il solletico ai vecchi milanisti. Qui la questione è un’altra:sportiva e indiscutibile, scolpita nel marmo della storia del calcio. Per questo bisogna ricordare cosa accadde nel 1915, quando in concomitanza dell’entrata in guerra dell’Italia, la Federazione sospese il campionato, a detta di tutti un po’ frettolosamente. Tanto che le grandi squadre di quel tempo, pur prive di molti atleti chiamati al fronte, chiesero e ottennero alla Federazione stessa di organizzare un torneo a gironi per la stagione 1915-16, in tutto e per tutto analogo a quello che l’anno prima si era aggiudicato il Genoa.
Battezzato «Coppa Federale», il trofeo fu vinto dal Milan, impostosi nel girone finale all’italiana proprio sulla Juve, battuto 3-1 il Genoa campione nella partita decisiva, giocata al Velodromo Sempione il 30 aprile 1916. E questo è il primo campionato che manca. Il secondo è figlio di Calciopoli: trattasi dello scudetto 2004-05, vinto dalla Juventus, ma poi revocato.
Il Milan, quell’anno, arrivò secondo. Dunque: se quel titolo non è più della Juve, è pacifico che vada assegnato al Milan.
Anche perché per l’anno successivo, 2005-06, il ragionamento della Federazione è stato esattamente lo stesso: Juve prima, ma retrocessa; Milan (anche quella volta) secondo, ma penalizzato fino al quarto posto in classifica; Inter terza, e per questo proclamata campione d’Italia. A questo punto l’ordinato popolo rossonero attende solo un segnale dai suoi condottieri: che arrivi presto, nunc est bibendum.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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