Fuori da tutto ma ancora in piedi, barcollante, fino a lunedì prossimo. La Juventus conosce il proprio futuro ma ha paura di svelarlo. I tribunali sportivi e ordinari decideranno classifica e punizioni, ieri sono arrivati i deferimenti per il club e sette dirigenti, da Agnelli a Nedved e Paratici, per responsabilità diretta e oggettivala sulla manovra stipendi. Fuori dalle coppe nazionali ed europee, un secondo posto virtuale, i conti in disordine, la Juventus continua a vivere una mortificazione clamorosa, una commedia dell'assurdo alla vigilia della celebrazione del centenario della proprietà Agnelli del club. I risultati sportivi sono disastrosi anche per le casse societarie già cariche di pendenze tra perdite e debiti, i contratti multimilionari definiti dalla precedente dirigenza hanno ribadito una gestione scriteriata. Nessuno sa quello che potrà accadere, tra ricorsi, appelli, tar e affini ma tutti sanno quello che dovrà sopportare la nuova dirigenza in tema di impegni contrattuali: Allegri e i suoi 15 milioni lordi, Pogba e i 10 milioni per i prossimi tre anni, Rabiot e Di Maria e Paredes e Cuadrado a scadenza, Vlahovic e Chiesa le cui rate con la Fiorentina non sono state ancora risolte, i rientri dai prestiti di Zakaria, Kulusevski e soprattutto il fantasma Arthur che ha un salario di 7 milioni netti e la cui trattativa con il Barcellona è sotto indagine, insieme con altri affari. Allegri non ha la stessa dignità di Lippi che si presentò, spontaneamente costretto, alla stampa dicendo «se il problema sono io mi faccio da parte». Il livornese, già liquidato dopo uno scudetto vinto, non ha intenzione di dimettersi dopo essere stato assunto e confermato dal nuovo dirigente Calvo. Manager con cui, l'altra sera, dopo il ko di Siviglia, ha pure avuto un violento scambio di vedute.
La situazione è confusa, la Juventus che tutti conoscevamo non esiste più, resta il nome della ditta ma sono cambiati attori e manovratori. Gianni&Umberto sono fotografie del Museum, gli eredi non hanno alcun legame. Sono venuti a mancare i grandi amministratori del passato, Andrea Agnelli si è illuminato di immenso con la superlega ubriacando i conti mal consigliato dai suoi, forse condizionati dalla personalità del presidente. In un sistema calcio sano, la Juventus dovrebbe essere punita con la retrocessione per poi trascinare a sentenza gli altri club, ugualmente responsabili di pessima ed oscura gestione contabile. La serie B rappresenterebbe la soluzione ideale per la ripartenza, la penalizzazione afflittiva con la stagione in corso è, invece, una bestemmia giuridica per la quale la pena è relativa alla partecipazione alle prossime coppe europee.
Meglio sarebbe una pesantissima penalizzazione per il prossimo campionato. Non c'è da stupirsi, sempre in un sistema sano, i giudici sportivi avrebbero già dovuto presentare le dimissioni. Ci sono i diritti tv da discutere, senza la Juventus diventerebbe una divertente trattativa.
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