Una lunga lista di tragedie in campo. Un altro infarto, un’altra vita di un calciatore stroncata. Dopo il "miracolo" che ha tenuto in vita Fabrice Muamba il mondo del pallone ripiomba in un incubo che, purtroppo, è ormai diventato ricorrente. Il caso Morosini è l'ultimo di una serie di morte improvvise.
Oltre quarant’anni fa l’Italia pianse Giuliano Taccola, attaccante della Roma, che si spense a Cagliari nel tragico pomeriggio del 16 marzo 1969. Il bomber giallorosso, che aveva seguito la sua squadra in trasferta, accusò un malore negli spogliatoi al termine della gara. Morì su un’ambulanza nel tragitto verso l’ospedale, ufficialmente per un attacco cardiaco: aveva 25 anni.
Otto anni più tardi, un’altra tragedia. Renato Curi perse la vita durante un Perugia-Juventus del 1977, nello stadio Comunale di Pian di Massiano che oggi porta il suo nome. Era il 30 ottobre: Curi si accasciò improvvisamente a terra dopo uno scatto. I soccorsi si rivelarono inutili: il giocatore del Perugia trovò la morte a 24 anni per un arresto cardiaco.
Altri paesi, altre morti improvvise in campo. Scioccarono il mondo le drammatiche immagini del malore che stroncò la vita del nazionale camerunense Marc Vivien Foè, il 26 giugno del 2003, durante la semifinale di Confederations Cup contro la Colombia.
Nell’ottobre del 2004 il cuore tradì Paulo Sergio Oliveira da Silva Serginho: il difensore brasiliano del Sao Caetano muore per un attacco cardiaco allo stadio Morumbì, durante una partita contro il San Paolo. Un dramma simile colpì anche la Spagna nell’estate del 2007.
Antonio Puerta, giocatore del Siviglia, fu vittima di ripetuti arresti cardiocircolatori durante la partita di Liga del 25 agosto
contro il Getafe. Puerta morì 3 giorni dopo: aveva 22 anni. Il 28enne giocatore del Manchester City fu portato via in barella a 15 minuti dalla fine della gara: 45 minuti di rianimazione non bastarono per tenerlo in vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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