Prima c'era Hulk, adesso Taison. Soprannomi che denotano una certa fisicità, ma anche una buona dose di talento. E se Hulk ormai fa parte di un certo passato, travolto come il suo Brasile nella notte in cui i tedeschi fecero a pezzi la Canarinha, il 30enne Taison, all'anagrafe Taison Barcellos Freda, qualche speranza verdeoro la nutre ancora. Molto dipenderà anche dal cammino del suo Shakhtar in Champions League, Roma permettendo. Se gli ucraini dovessero passare il turno le speranze per convincere il ct Tite potrebbero aumentare. «Lo so che mi tiene d'occhio - ammette il trequartista - ma non voglio illudermi più di tanto. Il Brasile è una nazionale che ti seduce ma che a volte sa farti parecchio male».
Taison parla con cognizione di causa. Due anni fa l'allora ct ucraino Fomenko gli chiese se avesse il desiderio di mettersi al servizio della patria d'adozione. La federcalcio brasiliana venne a saperlo e Tite lo convocò per la gara di qualificazione mondiale contro la Colombia, subentrando al predatore, non ancora del City, Gabriel Jesus. Seguirono altri cinque gettoni di presenza, poi il nulla, nonostante le prodezze con la maglia del club di Donetsk. La Seleçaõ ammalia e poi ti butta via, ma Taison rifarebbe le stesse scelte. «Dovevo provvedere a mantenere otto fratelli a casa mia e quando è arrivata la proposta dal campionato ucraino non ho perso tempo», ricorda. Ai tempi in cui giocava nell'Internacional di Porto Alegre lo monitoravano Napoli, Liverpool e Feyenoord, ma il piccolo Metalist di Kharkiv riuscì a battere sul tempo la concorrenza, anticamera verso la colonia brasiliana dello Shakhtar. E il primo stipendio, circa 20mila dollari, lo spedì a mamma Rosangela. «È un angelo, ha fatto qualsiasi sacrificio per consentirmi di giocare a pallone. Era il minimo che potessi fare per lei», spiega.
Il Napoli l'ha incrociato, ed eliminato, quest'anno, per altro realizzando il primo gol. In quell'occasione Taison ha giocato da seconda punta, ma ha i numeri per far male in qualsiasi zolla di terreno che porta all'area di rigore.
Il portoghese Fonseca di solito lo vede bene a sinistra, nonostante Taison sia destro, ma questa sera contro i giallorossi potrebbe giocare un po' più arretrato, per spiazzare con i suoi movimenti la difesa romanista. E se poi questa sera dovesse mettere a segno una rete al connazionale Alisson, pilastro insostituibile del Brasile, forse un biglietto per la vicina Mosca Taison potrebbe davvero riceverlo in dote.
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