Per diventare più democratico il tennis ha sgonfiato le palline. Basta vedere il tabellone dei quarti di finale di Melbourne, figlio di una morìa di teste di serie che non sembrava avere una ragione certa, fino a quando Mats Wilander - sette volte vincitore di uno Slam e acuto opinionista di Eurosport - non ha tirato fuori la sua. In pratica: se è vero che Djokovic se la vedrà contro Rublev, che non è uno sconosciuto, l'altro sopravvissuto Tsitsipas avrà invece come avversario la novità Lehecka; mentre gli altri due posti in semifinale passeranno dai match Khachanov-Korda e Shelton-Paul. Praticamente una rivoluzione, che per Wilander dipende tutta da quelle palline definite fluffy, ovvero soffici: «Non c'è un motivo logico per cui siano usciti tutti questi big - sostiene lo svedese - se non che più il gioco è veloce, meno prevedibile diventa. I ragazzi sono oggi tutti grandi atleti e colpiscono la palla molto forte. E quando questa, essendo morbida, diventa vivace, i giocatori che godono di una grande sensibilità non riescono ad usare quell'arma. Diventa difficile stancare l'avversario e così un Top 50 è in grado di battere chiunque».
Il dibattito dunque è aperto: vuoi vedere che in cerca di personaggi nuovi, a Melbourne si è aperta una nuova strada? Le Dunlop utilizzate in Australia sono in effetti apprezzate da molti giocatori: durano più a lungo, sono più gestibili (è stato calcolato che viaggiano 5 Km più lente a parità di forza rispetto a quelle dell'anno scorso), esaltano chi colpisce più piatto. Livellano, appunto democratizzano. Così il parere di Wilander non è solitario, visto che altri grandi ex ora al microfono, seguono il suo ragionamento. Per Alex Corretja le palle non sono l'unico fattore, ma è vero che «i giocatori possono colpire duro quanto vogliono senza sbagliare, e si è visto in campo femminile come la Swiatek, che gioca più in top spin, abbia avuto problemi col rovescio finendo per uscire dal torneo». E perfino John McEnroe, che va controcorrente puntando sulla grande preparazione della maggior parte dei tennisti, ammette: «Il fatto che gli Slam siano finalmente diventati imprevedibili, piace».
E dunque, allora: perfino uno come
Djokovic, dice Wilander, con queste palline, potrebbe non essere più così favorito. Anche se poi Novak intanto prende a pallate De Minaur (6-2, 6-1, 6-2), dimostrando che alla fine la cosa più complicata è sgonfiare lui.
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