"Che domenica bestiale...". Prendiamo in prestito il verso di una famosa canzone di Fabio Concato per descrivere l'incredibile giornata vissuta ieri dallo sport italiano. Dalla Scozia alla Croazia, passando per Inghilterra, Svezia e Cina, ecco che l'Italia diventa - o torna a essere - protagonista in discipline "minori" come golf, tennis, scherma e atletica leggera. Sport talvolta trascurati che conquistano le prime pagine dei giornali sportivi solo in caso di eventi eccezionali. Quindi di vittorie, trionfi, medaglie d'oro. E successi imprevisti.
È il caso del golf, uno sport per ricchi che grazie alle imprese di Francesco "Chicco" Molinari riesce a sfondare, almeno nella copertura mediatica, nel "popolino". Pochi lo hanno capito, ma il successo di Molinari all'Open Championship di Carnoustie rappresenta un evento straordinario nella storia dello sport italiano. Per la prima volta, un golfista azzurro ha vinto un major, ovvero uno dei quattro tornei più importanti. Lo ha fatto contendendo il successo a un certo Tiger Woods, infilando una serie di colpi che hanno messo a tacere le ambizioni di altri mostri sacri del mondo dei green come Jordan Spieth e Rory McIlroy. Il tutto con una semplicità disarmante e in rimonta, il modo più bello per passare alla storia.
E che dire del tennis? Dopo anni di declino, specie nel settore maschile, ecco arrivare grandi soddisfazioni proprio dagli uomini. Se le donne stanno vivendo una fase di transizione, con la sola Camila Giorgi a ricalcare le orme di Pennetta, Errani, Vinci e Schiavone, i maschietti rispondono presente alla fame di tennis - e di vittorie - del pubblico italiano. In un colpo solo, Fabio Fognini e Marco Cecchinato hanno trionfato a distanza di 1650 km l'uno dall'altro: il ligure a Bastad, il siciliano a Umago. E non è finita qui: i due portacolori azzurri sono in corsa per centrare la top 10 entro la fine dell'anno. Fognini è 14° nel ranking Atp, Cecchinato 22°. Ma averli tra i primi 20 sarebbe già tanta roba.
In Italia, tra gli sport minori, la scherma ha sempre avuto un ruolo d'avanguardia. La scuola azzurra è forse la migliore del mondo, dunque la notizia della medaglia d'oro nella spada individuale di Mara Navarria ai Mondiali in corso in Cina non dovrebbe sorprendere più di tanto. E invece lo fa. Perché Mara non è una giovane promessa "alle prime armi" (battuta scontata). Sul groppone ha 33 anni e all'età, oltre alla punta della sua spada, aggiunge il peso di una maternità che a volte è una mannaia per le atlete. Ma il recente caso di Serena Williams ha ispirato il talento e il coraggio della schermitrice friulana, protagonista di un'infinita gavetta terminata in un pomeriggio di mezza estate sulla pedana di Wuxi, non distante da Shanghai, con un oro che l'ha ripagata di mille sacrifici.
Infine l'atletica leggera, secondo qualcuno la "regina degli sport", precipitata in Italia in una crisi inarrestabile. Mancanza di infrastrutture, conflitti in seno alla Federazione, poca voglia di fare sacrifici le ragioni dell'attuale declino. Ma qualcosa si sta muovendo. Dopo il record sui 100 metri di Filippo Tortu, speranza azzurra anche sui 200, alla Diamond League di Londra una ragazza vicentina non ha vinto, ma è come se lo avesse fatto. Nel salto in alto, specialità che in passato ha visto l'Italia vantare superbe interpreti come Antonietta Di Martino e soprattutto l'indimenticabile Sara Simeoni, Elena Vallortigara ha stupito il mondo. 2,02 metri la misura saltata, 6 cm sopra il suo personale, 1 in meno della Di Martino e 1 in più della Simeoni, diventando così la seconda migliore italiana di sempre. A 26 anni, Elena c'è. E ci sarà anche ai prossimi Mondiali, in programma nel 2019 a Doha, in Qatar.
D'accordo, il gp di Hockenheim è andato male alle Ferrari
di Vettel e Raikkonen. Ma non si può sempre avere tutto dalla vita. Per una volta accontentiamoci. Lo sport italiano ha battuto un colpo, e che colpo. In una domenica che si è rivelata indimenticabile. Anzi, bestiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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