Signora senz'anima

Il tecnico non convince i tifosi (e non solo) tra cambi e infortuni. Ma sul banco degli imputati c'è anche Vlahovic con i suoi sorrisini...

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Non era l'obiettivo principale della stagione, ma la Juventus non può permettersi il lusso di snobbare alcuna competizione: essere stata eliminata dal Milan nella semifinale di Supercoppa quindi brucia, per di più avendo ceduto al cospetto di una squadra nuova capace di mostrare un temperamento che questa Signora non ha.

Inutile girarci intorno: la creatura di Thiago Motta non è dove vorrebbe essere, né sul piano del gioco, complice anche la gestione dei cambi che sta diventando un caso: non è la prima volta che l'allenatore non convince nelle sostituzioni. Ma nelle ultime settimane sta emergendo anche un problema caratteriale. Caratteristica, quest'ultima, che alla Signora non è mai mancata e che invece pare smarrita: i bianconeri magari giocano anche benino ma, quando devono fronteggiare la reazione avversaria, vengono messi all'angolo e raggiunti nel punteggio. Lo ha fatto il Milan due sere fa, lo aveva fatto la Fiorentina nell'ultimo match di campionato e, andando ancora più indietro, anche il Lecce lo scorso 1 dicembre: non riuscire a chiudere le partite e nemmeno a blindarle sta insomma diventando un problema. Grave, per di più. Perché i punti lasciati per strada non si recuperano né la gara contro il Milan prevede appello: «Voglio vincere aveva detto Thiago Motta prima della sfida contro i rossoneri -. Però non è un'ossessione, ora: sono tranquillo e convinto della nostra forza».

Forse persin troppo tranquillo, viene da aggiungere. Perché Madama ha in realtà sempre avuto l'ossessione della vittoria («vincere è l'unica cosa che conta», copyright Boniperti) e non lo ha mai nascosto: anche per questo le parole del tecnico bianconero hanno fatto alzare più di un sopracciglio, come se sia diventata quasi lampante la sua difficoltà a capire davvero cosa significhi una squadra come la Juve. Che va maneggiata con cura, tenendo sempre da conto il risultato finale: lavorare in prospettiva ha certamente un senso, ma senza perdere di vista l'obiettivo immediato. Cosa che invece è stata fatta, dopo un mercato estivo dispendioso ma incompleto e questi primi giorni di gennaio passati senza che sia ancora arrivato alcun difensore nonostante l'emergenza: succede così che, complice anche l'addio (prematuro) a Danilo, la Juve abbia affrontato il Milan con Savona e McKennie esterni, due che per motivi diversi la scorsa estate non erano nemmeno contemplati.

Cosa che invece era Vlahovic, spesso insufficiente quando scende in campo ma senza un sostituto di ruolo al punto che - quando viene fatto accomodare in panchina, dove lui non manca di sorridere in maniera sarcastica (era successo dopo il cambio con la Fiorentina, si è ripetuto con il Milan) - la squadra ne risente in maniera clamorosa.

Anche qui urge ricorrere al mercato e magari arriverà davvero Zirkzee: per risollevarsi, però, serviranno innanzi tutto cattiveria e compattezza. Da trasmettere anche a parole, ammesso che Thiago Motta ne sia capace. Qualche dubbio inizia a manifestarsi anche a Torino.

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