È un'altra volta questione fra Tori, quelli Rossi di Salisburgo dopo quelli granata di Torino. Inzaghi non trema, convinto com'è, che il Toro migliore sia il suo, Lautaro Martinez. «Per me è da Pallone d'Oro, non lo vincerà ma deve essere fra i tre che saliranno sul podio». Lautaro titolare, ovviamente con Thuram: sabato scorso a Torino, stasera col Salisburgo, domenica prossima contro Lukaku. Tutto cambia, l'attacco resta quello, promosso dai numeri che lo incoronano sul trono d'Europa. «Sanchez si sta impegnando, ma ha saltato la preparazione, è stato via due volte con il Cile, è in ritardo, ma può darci una mano a partita in corso», parola di Inzaghi, che non scarica nessuno e aspetta Arnautovic.
Tornano Dumfries e Bastoni, gioca Frattesi. «Le rotazioni sono importantissime, si gioca ogni 72 ore, non si può fare diversamente», spiega il tecnico nerazzurro, tornato al comando della classifica, ma ancora mentalmente distante dall'incrocio con Lukaku e con Mourinho. «Ci sarà tempo per parlarne e per pensarci».
San Siro pieno, stasera come domenica. L'occasione è grande: battere il Salisburgo e aspettare la reazione del Siviglia (inattesa cenerentola del gruppo) contro la Real Sociedad, per isolarsi in vetta al girone di Champions, che l'Inter vuole vincere per garantirsi un sorteggio migliore nella fase a eliminazione diretta. Fra 15 giorni in Austria, dove Inzaghi conta di aggregare al gruppo anche Arnautovic, ci sarebbe poi da completare la missione, blindando la qualificazione.
I RedBulls hanno vissuto momenti migliori dell'attuale. Sono partiti forte vincendo a Lisbona, ma poi hanno perso in casa con i baschi e anche in campionato, dove dominano da 10 anni consecutivi, hanno già perso 2 partite e sono inaspettatamente dietro di 4 punti alla capolista Sturm Graz (che giovedì aspetta l'Atalanta in Europa League). «Li abbiamo già incontrati ad agosto, variano modulo, hanno un allenatore nuovo, ma che ha fatto il vice, ha esperienza, ci sarà da stare attenti e giocare una grande partita».
In amichevole vinse l'Inter, fu la prima in nerazzurro di Sommer, acquistato 2 giorni prima, che suscitò più di una perplessità. Due mesi dopo, lo svizzero si è preso l'Inter e al netto di qualche errore, tipo col Sassuolo, ma chi non sbaglia mai?, anche a Torino ha fatto per intero il proprio dovere.
«È bravissimo con i piedi, l'abbiamo voluto anche per questo. Ci consente di continuare a giocare come facevamo l'anno scorso. È partito bene e crescerà ancora. Anche l'Onana di ottobre non era ancora quello di maggio, tempo e lavoro aiutano a migliorare, ma lui è una garanzia».
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