Tortu nei 100 vola come il vento

Filippo fa il record italiano (9''97), ma le raffiche lo vanificano

Tortu nei 100 vola come il vento

Anche il vento tifa per Filippo. Solo che Eolo è ingenuo, sciocco, inopportuno. Sarebbe bastato un applauso di vento, invece ha voluto esagerare e sbuffare oltre i 2 metri al secondo consentiti. Niente omologazione dunque, di quello che sarebbe stato il nuovo record italiano dei 100 metri, ma lo sgarbo di Eolo non ha tolto la sensazione di aver assistito a una grande storia d'atletica. Perché a Rieti, in occasione della Fastweb Cup, è mancato il primato però è stato consegnato a tutti il biglietto d'invito a una grande festa che arriverà.

Nove e novantasette. Da leggere in numeri e lettere, così che resti impresso a lungo. 9''97 ha segnato sul cronometro Filippo Tortu, il ventenne brianzolo che tutte le madri vorrebbero come figlio, che tutti gli allenatori sognerebbero di seguire e che ieri pomeriggio è scattato così così dai blocchi, si è rialzato in quel modo attento e perfetto che papà Salvino gli ha insegnato e fatto ripetere migliaia e migliaia di volte, e poi, ai 50 metri, è esploso allungando su gente del calibro di Aaron Brown, il canadese con un personale di 9''96 fresco vincitore a Shanghai, in Diamamond league, nei 200 (20''07). Un'esplosione di talento e dedizione che stordisce e ci fa per qualche secondo sentire giamaicani. Al 9'99 record italiano con cui Filippo Tortu, a livello del mare, poco meno di un anno fa, aveva detronizzato dopo quasi 40 anni l'indimenticato Pietro Mennea (10''01 in altura), segue questo 9''97 aiutato e contemporaneamente rovinato dalle bizze del vento (+2.4 m/s). Certo, senza la spallata di Eolo non sarebbe stato lo stesso crono (2 m/s pesano un decimo), ma certo altrettanto che la facilità con cui il ragazzo di Carate danza fra i 10 e il muro dei 9 secondi è qualcosa di assolutamente inedito e nuovo per la nostra velocità, e fa davvero sperare per il futuro e i mondiali di fine settembre a Doha. Anche la gioia di Filippo rende l'idea di quanto, dietro lo sbuffo inopportuno del vento (Mennea non omologato fece 9''99), ci sia un'impresa. «Non potevo chiedere esordio migliore, sogno di rendere grande la nostra atletica, dedicato a mio fratello Giacomo, mi aiuta in tutto» le parole a caldo.

E adesso Roma, Golden Gala, il 6 giugno. Stavolta nei 200 m, personale di 20''34. Avrà accanto i big Usa Noha Lyles (19''65) e Michael Norman (19''84) e il turco campione del mondo Ramil Guliyev (19''76).

«Simili rivali saranno uno stimolo grandissimo» aveva spiegato l'altra sera a Torino, prima di sedersi accanto a Livio Berruti in occasione della festa per gli 80 anni del grande campione. Poi, facendogli gli auguri, aveva aggiunto: «Tu Livio sei l'atleta a cui mi ispiro...». «E tu Filippo quello che più mi assomiglia» aveva risposto l'eroe di Roma '60. Anche questo un segno.

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