Francesco Totti, nei suoi 25 anni di Roma, ha visto transitare ben 17 allenatori che diventano 20 se si considera anche la nazionale italiana. Il Pupone ha esordito in Serie A nel 1992-1993 in una sfida contro il Brescia. A lanciarlo in campo fu il suo grande mentore Vujadin Boskov. Nel giorno della sua scomparsa il capitano lo ricordò così ringraziandolo: "Un grande uomo, competente, vincente e dotato di un umorismo acuto e intelligente. Ricordo ancora il giorno del mio esordio con lui sulla nostra panchina... come potrei dimenticarlo? Grazie mister per avermi dato questa possibilità, unica come sei stato tu". Se Boskov è stato il “nonno” di Totti, ecco il secondo padre del Pupone, Carlo Mazzone che ha sempre avuto parole d'affetto per lui: "Per me Totti è come un figlio". Il capitano, da parte sua, ha sempre replicato: ''Un secondo padre per me. Ho avuto la fortuna di trovarlo al momento giusto della mia carriera. Mi ha fatto crescere in campo ma soprattutto fuori. Conosceva l’ambiente di Roma, mi ha gestito da grande persona oltre che da grande allenatore. Lo ringrazierò per tutta la vita''. Se il rapporto con Carlos Bianchi non è stato affatto idilliaco per via delle idee del tecnico argentino, con Nils Liedholm, anche se per pochissimo, è sempre esistito un rapporto reciproco di stima. Alla Roma, nel 1997, arriva Zeman, con il boemo scocca subito la scintilla: “Mister tu sei unico ed inimitabile, semplicemente tu sei il calcio".
Con Capello, invece, Totti vince il suo unico Scudetto in carriera ma il rapporto tra i due si incrina per via del carattere molto forte di entrambi. Se Prandelli non riesce a lasciare il segno, visto che durerà poche settimane sulla panchina della Roma, con Voeller, Sella, Delneri e Andreazzoli, i rapporti sono tiepidi. Con il primo Spalletti, tra il 2005 e il 2009, Totti va d’amore e d’accordo, mentre con Claudio Ranieri ci sono diverse divergenze d’opinione: "A volte Totti non si allenava con i dovuti ritmi da lunedì a sabato, per questo lo mandavo in panchina. Pigro? Giudizio che condivido. Ma è il giocatore più grande che abbia allenato”. Bruno Conti e Montella sono stati solo di passaggio sulla panchina giallorossa ma il legame con il Pupone è sempre stato ottimo. Con Luis Enrique, invece, c’è sempre stato una sorta di rispetto anche se nella fase finale dell’esperienza dello spagnolo nella Capitale le malelingue hanno parlato di dissapori tra i due prontamente smentiti dall’ex allenatore del Barcellona. Totti, invece, ha sempre definito così Rudi Garcia: “Un gran comunicatore, un gran paraculo”, mentre con l’ultimo Spalletti i rapporti nei mesi sono diventati sempre più freddi, glaciali, artici.
In nazionale, Totti ha avuto un buon rapporto sia con Dino Zoff che con Giovanni Trapattoni, anche se il suo preferito resta Marcello Lippi che gli ha permesso di essere nei 23 che hanno vinto il Mondiale nel 2006 in Germania: “Con me si è comportato in maniera straordinaria. E' stato un grande uomo. Con lui ho un rapporto particolare"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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