Tour de France iniziato da qualche ora e già bookmakers e tifosi si proiettono sugli Champs-Élysées immaginando chi sarà il vincitore. Tre i favoritissimi della corsa e qualche outsider, sulla carta, destinato a rimanerlo nelle sole intenzioni.
Già nel 2012 Froome avrebbe potuto vincere la "Grande-Boucle" se non avesse dovuto scortare in salita Bradley Wiggins; nel 2013, invece, il Britannico si aggiudicò la corsa correndo da padrone. Quest'anno il copione sembrava lo stesso: vittoria al Tour of Oman e vittoria al Giro di Romandia, poi è arrivato il Giro del Delfinato. Il "keniano bianco" l'ha cominciato alla sua maniera, ovvero due vittorie nelle prime due tappe (con impressionante dimostrazione di forza nella seconda), ma poi è subentrato l'imprevisto, sotto forma di caduta e di crisi inaspettata nell'ultima frazione. Froome ha accusato il colpo, è stato staccato da Contador e ha chiuso una corsa che stava conducendo in scioltezza fuori dalla top ten. Rimane il favorito perché va forte sia in salita che a cronometro, ma il Delfinato può aver minato le sue sicurezze, insinuando il tarlo del dubbio: "Non sono più quello dell'anno scorso? Contador va più forte?" Uno come lui lo si può battere prima di testa che di gambe.
Alberto Contador ha vissuto fino ad ora una stagione brillante, vincendo con autorità prima la Tirreno-Adriatico e poi il Giro dei Paesi Baschi. E quando non ha vinto ha comunque dato spettacolo, attaccando pure da lontano (vedi proprio il Giro del Delfinato). Viene da un'annata, quella scorsa, che aveva gettato qualche ombra sul suo futuro, dando l'impressione che lo Spagnolo avesse già fatto vedere le cose migliori. Da gran combattente qual è, "El Pistolero" si è ribellato e sabato partirà da Leeds per andare a caccia del suo terzo Tour de France (non tenendo nel conto quello cancellato nel 2010 dalla squalifica per doping).
Le speranze azzurre, come è evidente, sono tutte per Vincenzo Nibali, che torna al Tour dopo il terzo posto del 2012. Al contrario di Contador, la sua annata è stata finora deludente, riscattata in parte dal successo nella prova in linea dei Campionati italiani. Una vittoria che ha confortato l'atleta siciliano, il quale correrà la "Grande Boucle" con indosso la maglia tricolore. Al Delfinato è parso leggermente inferiore rispetto ai rivali, ma non era ancora al top della forma. Il Tour, poi, è un'altra cosa e Nibali dà il meglio nelle corse di tre settimane, come testimonia il suo palmares: un podio al Tour, vittoria al Giro 2013 e alla Vuelta 2010.
Da non sottovalutare, poi, lo spagnolo Alejandro Valverde, che lo scorso anno uscì dalla lotta per il podio a causa di una banale foratura, mal gestita dal suo team, che gli fece perdere molti minuti. Torna alla carica quest'anno per cercare di riprendersi ciò che gli è sfuggito nel 2013. Il primo degli outsider è Andrew Talansky, giovane americano della Garmin, che al Delfinato ha stupito tutti, battendo i big e andando a vincere la corsa. Non gli manca il coraggio di attaccare da lontano e può essere la sorpresa della corsa, se la condizione continuerà a sorreggerlo. Il belga della Lotto Van den Broeck è spesso fra i primi, ma gli manca quello che in gergo è definito "il colpo di pedale decisivo". Non ha mai fatto meglio del 4° posto, ci proverà quest'anno. Ancora acerbo appare lo statunitense Tejay Van Garderen, miglior giovane due anni fa. Per lui sarebbe un buon risultato entrare di nuovo nella "Top 5" come nel 2012. Rappresentano due incognite Pierre Rolland e Joaquim Rodriguez: il primo ha speso tanto al Giro d'Italia e andrà presumibilmente in cerca di una vittoria di tappa; obiettivo identico per il ciclista iberico, che proprio al Giro è caduto in modo rovinoso e prende il via del Tour per trovare la condizione migliore.
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