Benny Casadei Lucchi
nostro inviato al Mugello
Una vittoria dolcissima per lui, Jorge Lorenzo, e quel podio con due italiani che dopo la festa d'Italia del sabato accontenta ma non fa felici i centomila del Mugello. La doppietta, Lorenzo-Dovi, dolce per loro, i ragazzi della Ducati, che avrebbero preferito dolcissima se fosse stata a nomi invertiti. Il terzo gradino che non fa scoppiare la felicità del Mugello tinto di giallo ma fa felice lui, il Vale Rossi, perché in cuor suo già sapeva, questione anche di gomme, che la partita per il gran premio l'avrebbero giocata altri. E, infine, la soddisfazione a metà di Andrea Iannone quarto e comunque sempre in lotta, fino agli ultimi giri, per un posto sui gradini. Unica consolazione per i nostri colori, la scivolata e 16° posto finale di Marquez che così riapre il mondiale.
Basta scorrere questi nomi per capire che la festa d'Italia era stata ieri, con la pole di Valentino, con quella di Pasini in Moto2, ma che oggi altri hanno organizzato il party. Nelle classi minori hanno vinto un portoghese, Oliveira (davanti al nostro Baldassarri) in Moto2 e uno spagnolo, Martin (davanti ai nostri Bezzecchi e Di Giannantonio), e in MotoGp ha sbancato quel talento scontroso che corre con la Ducati. Festa grande per Lorenzo. Gioia immensa. Soddisfazione enorme piantare la sua bandiera davanti al pubblico di Vale e Dovizioso durante il giro d'onore. E sensazione impagabile rispondere così ai critici che lo davano, se non bollito, almeno sulla strada di un lento tramonto.
Senza prezzo anche la soddisfazione di aver risposto con i fatti all'ad di Ducati, Claudio Domenicali, che parlando di lui, l'aveva definito un “grande pilota”, ma “io non sono un grande pilota, io sono un campione” aveva ribattuto Jorge. E ora quasi quasi viene il sospetto che il boss Ducati l'avesse fatto apposta per riaccenderne l'orgoglio. E le doti.
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