Tutti subito innamorati della Rossa spettacolare condannata a vincere

Presentazione show per la nuova monoposto: bella e già in pista. Nessuna rivoluzione, è una evoluzione della F1-75. Mondiale obiettivo dichiarato

Tutti subito innamorati della Rossa spettacolare condannata a vincere

Questa Ferrari non ha due vite. Anche se si presenta come se dovesse partecipare a Sanremo, sa perfettamente di avere un solo colpo a disposizione: è qui per vincere un mondiale che manca dal 2007 o, almeno, per restare in lotta fino all'ultimo respiro di un campionato già vicinissimo alla prima gara. La SF-23 vince il gran premio delle presentazioni, stupendo anche chi come la Red Bull era andato fino a New York per mettere in piedi il suo show. La Ferrari gioca in casa, ma lo fa come mai prima: presenta la SF-23 in movimento, la manda in pista ancora prima di farla vedere staticamente. È una gioia per gli occhi e anche per le orecchie.

A bordo pista ci sono invitati, sponsor, autorità, 500 tifosi dei Ferrari Club in tribuna e tantissimi aggrappati alle reti sul cavalcavia con vista su Fiorano. C'è tanta passione. C'è tanta emozione. Manca solo John Elkann che è negli Stati Uniti, ed è bizzarro, per non scrivere aggettivi più cattivi, che il presidente del Cavallino diserti uno dei momenti più importanti della stagione. Gli onori di casa spettano al ceo, Benedetto Vigna che lancia lo slogan del giorno. Gli bastano tre parole: «Forza Ferrari sempre». Dice anche che la SF-23 è una «monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità». Ma più che altro è un augurio.

Si comincia con l'inno di Mameli. Proprio come a Sanremo. Ci sono anche tre presentatori che scaldano i tifosi vestiti di rosso sulla tribuna costruita apposta a Fiorano. Non ce ne sarebbe bisogno. Sono già caldi. Per loro non poteva esserci giorno più adatto di quello di San Valentino per presentare la nuova Ferrari. Sono innamorati di quest'auto. Sono innamorati di quello che rappresenta. E un po' innamorati lo sono anche Charles e Carlos. «È incredibile vedere quanti tifosi sono venuti per la presentazione: questa è la Ferrari, è speciale essere un pilota del Cavallino e so quanto sono fortunato, ma è incredibile vedere tanta gente aspettarci», dice Leclerc. Non era banale mettere subito in moto una nuova auto di Formula 1. «Ci sono sempre dei rischi a farlo davanti a così tanta gente. Siamo stati bravi», aggiunge Sainz.

Cinque giri in tutto, il regolamento dei Demo Day non ne consentiva di più. Per decidere chi far cominciare Fred Vasseur, il nuovo team principal, ha tirato una moneta. È uscito il 16 di Charles. Due giri per lui, tre per Carlos. «Non userò la moneta per fare altre scelte», promette Vasseur ricordando che prima di lui, su questa sedia c'era stato un uomo come Jean Todt che, ai tempi della Peugeot, decise con una moneta a chi far vincere la Dakar 1989 tra Vatanen e Ickx.

Leclerc e Sainz partiranno alla pari. Si divideranno da bravi ogni sessione di prova. I 100 chilometri del filming day di oggi e poi i tre giorni di test in Bahrain dal 25 febbraio. «Non mi interessa avere lo status di prima guida prima di cominciare. All'inizio è giusto che io e Carlos ci possiamo spingere a vicenda anche per spremere al meglio la macchina. Se poi durante l'anno uno dovesse essere in vantaggio e in lotta per il campionato...». Un chiaro riferimento a quello che non ha fatto Binotto. Seguito da un complimento a Vasseur: «Ha capito subito che cosa significa essere in Ferrari. Mi piace come riesca a far lavorare ognuno al massimo delle sue capacità».

Ma come è questa SF-23 obbligata a vincere. Un'evoluzione e non una rivoluzione della F1-75. La monoposto che Binotto ha lasciato in eredità è un raffinato sviluppo di quella che l'anno scorso era partita vincendo tre gare su quattro. È rivista e corretta nel muso, nell'ala anteriore, nelle pance. Aerodinamicamente molto evoluta.

Ma la vera arma vincente dovrebbe essere il motore nascosto sotto il vestito Rosso opaco Le Mans 2023 (la 499P per Le Mans è dello stesso colore, ma nella versione lucida) che ha ampie macchie nere in carbonio (per perdere peso e dare maggior visibilità agli sponsor). Dovrebbe essere più potente e soprattutto più affidabile. Anche perché da Vasseur ai piloti tutti hanno un solo obbiettivo: «Siamo qui per vincere il Mondiale». Le scuse sono finite.

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