Ultimo guaio a Parigi: manca la carne, vermi nel pesce

Non solo Senna inquinata, code e caldo nelle camere. Ora crescono i contagi Covid

Ultimo guaio a Parigi: manca la carne, vermi nel pesce
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Tutti i guai di Parigi. «Nuoto di fondo nella Senna? Non penso che il comitato organizzatore sia così poco di buon senso se non ha tutte le certezze che la gara si può svolgere», sono state le parole del presidente del Coni, Malagò. Ma non c'è solo la Senna e il balletto sulla balneabilità del fiume a tenere banco. Ci sono anche le tante critiche degli atleti sul Villaggio. L'ultimo a lamentarsi è stato il nuotatore inglese Adam Peaty (in foto), che ha rimarcato la scarsa qualità del cibo. Per di più, fatto ancor più grave, ha sostenuto di aver persino trovato dei vermi nei piatti di pesce. Il 29enne britannico, sei volte medaglia olimpica, l'ultima di questa l'argento nei 100 rana a Parigi alle spalle dell'azzurro Martinenghi, ha inoltre denunciato la mancanza di carne. «Il catering non è abbastanza buono per il livello che ci si aspetta dagli atleti», sottolinea l'inglese: «A Tokyo il cibo era incredibile. A Rio è stato incredibile. Ma questa volta? Non c'erano abbastanza opzioni proteiche, lunghe code, 30 minuti di attesa per il cibo perché non c'è un sistema di coda».

Anche Thomas Ceccon ha raccontato di non essersi trovato bene al Villaggio. Un video del nuotatore vicentino che stava dormendo al parco anziché nella casa degli atleti ha fatto il giro del web. «Nei primi giorni stavo bene, poi ho iniziato ad accusare il caldo - rivela il campione olimpico dei 100 dorso -, il mangiare dopo una settimana si fa pesante. Molti si sono spostati, mi hanno detto che i genitori del rumeno David Popovici sono andati un anno prima a provare gli hotel intorno alla piscina. Se vuoi fare cose importanti devi gestirti». Gli ha fatto eco Gregorio Paltrinieri, che ha ribadito come non sia mai riuscito ad addormentarsi prima dell'1.30 a causa del caldo.

C'è poi un altro aspetto non di poco conto: gli atleti positivi al Covid. Lo stesso Peaty, per dire, ha raccontato di essere risultato positivo.

Ma la lista si è allungata rispetto a inizio Olimpiade, quando si erano state isolate alcune giocatrici australiane di pallanuoto. «Sono almeno 40 gli atleti partecipanti risultati positivi al Covid», ha riferito l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

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