Essendo abituati a considerarli dei superuomini ogni tanto ci si stupisce che gli eroi del tennis non siano così tanto super. E invece poi succede che Rafa Nadal, costretto da Luca Pouille al tie-break del quinto set negli ottavi degli Us Open, si trovi sul 6-6 con una palla facile-facile solo da colpire e la butti - ahilui - in rete. Così nasce una stella (Pouille, 22 anni, che non sbaglierà poi il suo match point), così si spegne un superuomo. Che superuomo però non si è mai considerato.
Insomma Nadal è fuori da New York, Federer manda foto via instagram per far vedere che presto tornerà, Djokovic passa due turni per ritiro (prima e durante) dell'avversario, ma non è lo stesso Djokovic di sempre. Ha scoperto il dolore fisico (un polso) e quello di cuore, da quando un paparazzo lo ha beccato mesi fa in uscita da un ristorante con la star di Bollywood Deepika Padukone, immagine non gradita alla moglie Jelena. Ovviamente sono poi arrivate le smentite di rito, anche perché la Signora Djokovic deve aver ricordato a Nole la parte che ha avuto nei suoi successi, ma alla fine il numero uno del mondo si è lasciato sfuggire «ho avuto dei problemi personali negli ultimi mesi, per fortuna risolti. Sapete, capita anche a noi». Ed è tornato appunto uomo.
Per questo il mondo del tennis, sempre alla ricerca della sua superstar, ha liquidato la sconfitta di Nadal come il segno di un declino imminente. Rafa a fine partita si è ribellato, e bisogna mostrare rispetto davanti alle sue parole: «Mi è mancato qualcosa, non certo l'atteggiamento. Devo solo fare i complimenti a Lucas, sta diventando un campione. E il punto del 6-6 è stato un erroraccio, sicuro, ma giocato nel modo giusto: mi sono messo nella posizione di tirare un vincente ed ho sbagliato, tutto qui. Non devo impazzire a ripensarci. La verità è che l'anno scorso non mi divertivo più, quest'anno invece è diverso: mi spiace solo di aver saltato una parte della stagione per l'infortunio al polso, però quello è quasi guarito. Devo solo migliorare, mi rivedrete presto».
Diceva più o meno la stessa cosa anche Juan Martin Del Potro, stesso infortunio, tornato ad alto livello (ieri ha superato egli ottavi Thiem, ritiratosi nel secondo set) dopo due anni di stop e quattro operazioni. E se si vuole anche questa è una cosa da uomini. Uomini veri.
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