Roma La Roma che perde a Torino con la Juve da sette anni di fila aveva almeno avuto il merito, negli ultimi sei, di rialzarsi subito vincendo la partita di campionato successiva. Avrebbe dovuto farlo anche ieri per continuare a credere a uno scudetto che, dopo l'inopinata eliminazione dalla coppa Italia, resta l'obiettivo meno utopistico per non finire senza titoli la decima stagione consecutiva. Invece i giallorossi stavolta non sono riusciti a voltare pagina. Potevano vincere - il Var si è «ripreso» i due punti che aveva regalato convalidando il gol di Fazio col Cagliari - ma sarebbe stata comunque una vittoria con diverse ombre: perché l'attacco continua a stentare (da Genoa-Roma solo un gol di media a partita nelle ultime sei), alcuni uomini chiave sono fuori forma e Schick è rimasto con la testa a Torino, a quel gol divorato che rischia di pesare come un macigno sull'annata della Roma.
Per la prima volta contro il «suo» Sassuolo, Di Francesco aveva offerto al ceco un'occasione immediata di riscatto e aveva puntato sull'altro ex, Pellegrini, rinunciando a uno Strootman involuto. Pessima idea la prima, ottima la seconda: dopo mezz'ora di noia, con gli emiliani ben messi in campo e perfino più pericolosi, era stato proprio il giovane Lorenzo a portare avanti la Roma concludendo di sinistro un'azione di Perotti ben rifinita da Dzeko. Vantaggio meritato fino a un certo punto, e però legittimato nel secondo tempo quando anche senza strafare - i ritmi sono rimasti a lungo bassi - i giallorossi hanno controllato meglio la partita sfiorando il raddoppio con El Shaarawy al 20' (bravo Consigli a chiudergli la porta dopo l'unica fuga a sinistra di Kolarov) e trovandolo sei minuti dopo con Dzeko.
Qui entriamo in zona Var, che negli ultimi venti minuti di partita si è preso la scena. Il bosniaco si era sbloccato indovinando un gran sinistro ma partendo in fuorigioco di pochi centimetri: difficile coglierlo senza l'aiuto della tecnologia, facile quando l'arbitro e i suoi collaboratori davanti al monitor collaborano senza fare pasticci. Tirato un sospiro di sollievo, il Sassuolo ha poi pareggiato casualmente quando Juan Jesus si è perso Missiroli consentendogli di incornare un cross di Peluso. A quel punto la Roma ha provato finalmente a premere sull'acceleratore e, seppure con frenesia, ha trovato il 2-1 a cinque minuti dalla fine con un blitz offensivo di Florenzi. Favorito però da un blocco di Ünder che facendo fallo su Missiroli ha reso attiva la sua posizione di fuorigioco, perciò esultanza sotto la curva cancellata dal Var e cancellata la sesta vittoria di fila all'Olimpico.
Cancellato pure il sogno scudetto? Forse no, ma Di Francesco si rende conto che qualcosa si è rotto: «Siamo stati sottotono e abbiamo sbagliato
troppo nelle scelte finali, se vogliamo ambire a essere più grandi non ce lo possiamo permettere. Mi auguro che sia solo un momento no». In realtà è da un mese che la Roma arranca, e prima della sosta c'è ancora una partita...
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