Il Var non può fare la badante

Il Var non può fare la badante

In una settimana Buffon ha cambiato parere sul Var, da interessante novità tecnologica a mostro usato a sproposito, finendo in fuorigioco quando ha tirato in ballo la pallanuoto. Quelli del Settebello di ogni tempo non hanno gradito. Ma il problema, caro Gianluigi, non è il Var. Casomai lo sono gli arbitri ai monitor che impiegano un tempo spropositato per verificare gli episodi più scottanti. Che Lucioni fosse in fuorigioco in occasione del gol annullato al Benevento, era evidente, bastavano 10-15 secondi per capirlo. Invece Gavillucci e Di Paolo hanno perso oltre un minuto prima di certificare l'irregolarità all'arbitro Chiffi, sostituto dell'infortunato Calvarese. Neppure Fabbri e La Penna, addetti al Var in Genoa-Juventus, sono stati fulmini di guerra al punto che il gioco è rimasto fermo 2'08'' e 2'25'' per concedere i due rigori, il primo sbagliato al Genoa, il secondo giusto alla Juventus. Nella prima circostanza hanno combinato un pateracchio clamoroso perdendo di vista il fuorigioco di Galabinov. All'Olimpico poi Orsato non ha valutato al meglio lo sgambetto di Skriniar a Perotti. Errori gravi, e tuttavia fisiologici in questo momento di sperimentazione, in futuro non si dovrebbero verificare. Ma c'è un altro problema. E questo, caro Rizzoli, neo designatore, è ben più grave. Gli assistenti sbagliano troppo: se il fuorigioco di Galabinov non era netto, quello di Lucioni è stato visibile in diretta, per non parlare di quello segnalato malauguratamente a Belotti nella prima giornata. Gli arbitri, poi, non intervengono con decisione, preferiscono travestirsi da Ponzio Pilato in attesa dell'aiutino del Var.

Ci sarebbero state meno polemiche e meno interventi del Var se Banti fosse stato più attento a Marassi e se Irrati, invece di chiedere «Cosa faccio?» a Orsato, avesse punito con il rigore il fallo di Skriniar. Così facendo arbitri e assistenti perdono credibilità e autorevolezza abdicando al Var che non può trasformarsi in badante.

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