"È vero, amo la moda ma sono un'atleta... d'oro"

La trentina, iridata a Roubaix e volto del ciclismo femminile, spopola sui social. "Priorità alla bici"

"È vero, amo la moda ma sono un'atleta... d'oro"

È una primadonna, per il suo modo di presentarsi, di essere social ma anche per come si presenta alle corse, sempre perfetta: da vera diva. È anche la prima donna ad aver vinto il titolo mondiale nella corsa ad eliminazione, da quest'anno nel programma iridato. Letizia Paternoster, 22enne, è l'immagine più bella del ciclismo femminile che sta crescendo in maniera esponenziale. Il primo titolo mondiale è la classica ciliegina che le mancava. Il rischio era quello di rimanere un buonissimo elemento comunicativo, molto seguita e social, adesso con la maglia iridata c'è anche un contenuto sportivo tangibile.

«È stata davvero una liberazione spiega la trentina, 5 mondiali junior su pista e 11 titoli europei tra le juniores e le under '23 - Un anno fa ai mondiali di Berlino un argento e un bronzo e all'Olimpiade di Tokyo voelvo qualcosa di importante, ma tra pandemia, Covid e infortuni è andato tutto a scatafascio. Per questo considero la maglia iridata come un risarcimento».

Due anni difficili. Poi cosa è successo?

«Prima dell'europeo ho ripreso in mano la mia vita. Con il mio allenatore (Dario Broccardo, ndr) ce lo eravamo detti: facciamone solo una di gara in questi Mondiali, ma facciamola bene. Avevo l'opportunità della vita, il ct Salvoldi ha creduto in me. La dedico a lui, a Dario e al mio procuratore Manuel Quinziato, che sono la mia squadra, ma anche al mio ragazzo Alessandro (Graziani, giocatore di pallavolo di serie A e corteggiatore a Uomini & Donne, ndr). In questi due anni bui mi sono sempre stati vicino mentre tutti gli altri se ne sono andati».

Una vittoria, quella nell'eliminazione, quasi senza storia.

«Ho corso molto bene, sono davvero apparsa sempre in controllo della situazione».

Lei è molto attiva sui social: in quanti la seguono?

«In verità non sono attivissima, però è vero che mi seguono abbastanza: su Facebook ho più di 200 mila follower e su Instagram quasi 230 mila».

Le piace la moda?

«Moltissimo, mi piace da pazzi, direi da sempre. A 5 anni rubavo le scarpe con i tacchi di mia mamma che mi inseguiva: scendi da quei trampoli, mi gridava. Poi già a 6 anni ho cominciato a provare i suoi trucchi. Però non mi sento assolutamente una modella, sono un'atleta».

Come vede il movimento ciclistico femminile?

«Stiamo crescendo molto. All'estero sono molto più avanti di noi. I team di World Tour maschili, su esempio delle squadre di Champions, stanno investendo molto su noi donne. Io corro per la Trek-Segafredo con Elisa Longo Borghini e dal prossimo anno anche con la campionessa del mondo in carica Elisa Balsamo.

Siamo in una formazione americana, diretta però da Luca Guercilena, che ha deciso da quest'anno di parificare i premi: nessuna differenza tra uomini e donne. Ma il cammino verso la parità di genere, è ancora lunga. Noi italiane, per esempio, non siamo ancora considerate professioniste, e questo non lo trovo assolutamente giusto».

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