Milano - Un'inchiesta lunga quattro anni, migliaia di pagine di materiale investigativo, intercettazioni, pedinamenti e rogatorie. Il colossale lavoro della procura di Cremona sullo scandalo del calcioscommesse arriva alla fine. Ieri, infatti, è stato notificato l'atto di conclusione delle indagini, fotografia di un movimento caduto mani e piedi nel fango, che vede invischiati giocatori ed ex professionisti di tutte le categorie - perlopiù di quelle minori, ma anche della scintillante serie A -, e coinvolge in totale 250 soggetti, per 130 dei quali verrà chiesto nelle prossime settimane il rinvio a giudizio. Ma dunque, sono molte anche le posizioni archiviate. Tra queste spiccano i nomi dello juventino Leonardo Bonucci e dell'ex genoano Domenico Criscito, che per le accuse dei pm perse la spedizione azzurra a Euro 2012. Già prosciolto nel settembre scorso, invece, Gennaro Gattuso, per il quale - scriveva il gip - non esiste «nessun elemento sulla manipolazione dei match».
Perché è anche questo, il fascicolo cremonese. Un duro atto d'accusa contro un mondo dorato che faceva gola a banditi e filibustieri, e tradito da qualche privilegiato del pallone. Ma pure una buona dose di fango gettato nel ventilatore, di chiacchiere captate al telefono e diventate sentenze da bar, e di piccoli e grandi millantatori. Di personaggi introdotti negli ambienti calcistiti - del «Mister X» Francesco Bazzani la Procura sostiene sia inserito nell'ambiente del Modena calcio, ma anche del Brescia, del Milan e della Lazio -, e di giocatori già finiti o a fine corsa, così come di dirigenti ed ex, che avrebbero provato a far fruttare gli ultimi fuochi della loro carriera.
Nel lungo elenco degli indagati torna il nome del commissario tecnico della nazionale Antonio Conte, accusato di frode sportiva per alcune partite ai tempi della sua panchina al Siena. In occasione di Novara-Siena (2-2), Conte avrebbe comunicato «ai giocatori del Siena che era stato raggiunto dalle squadre l'accordo sul pareggio, così condizionando, anche in considerazione del ruolo di superiorità nei confronti dei calciatori della sua squadra, il risultato». E pilotato sarebbe stato anche il risultato di Albinoleffe-Siena, con i toscani già promossi che avrebbero ceduto punti salvezza ai rivali. Ma sotto inchiesta - ed è una novità - c'è anche Stefano Colantuono, allenatore dell'Atalanta, che avrebbe concordato con il ds Gabriele Zamagna e l'ex capitano Cristiano Doni l' over di Crotone-Atalanta, che il 22 aprile del 2011 finì 2-2. «Un over con pareggio - scrive il procuratore Stefano Di Martino - di comune utilità per le due squadre».
Ancora, sotto accusa c'è l'attaccante del Chievo Stefano Pellissier, che avrebbe aggiustato diverse partite dei gialloblu per «venderle» alla banda degli scommettitori, da Napoli-Chievo 3-1 a Inter-Chievo 3-1. Quest'ultima, per la Procura, sarebbe stata condizionata anche grazie al coinvolgimento di alcuni dei nerazzurri, non identificati. Nerazzurri che tornano sotto la lente dei pm - e nella bufera finì Bobo Vieri - anche per un'altro match, quello contro il Lecce del 20 marzo 2011. Ma l'accusa più pesante, associazione per delinquere, il procuratore Di Martino la riserva a 68 indagati.
Tra questi il giocatore della Lazio Stefano Mauri, Cristiano Doni, l'ex bomber della Nazionale Giuseppe Signori (tutti e tre arrestati), Sergio Pellissier, l'ex difensore Stefano Bettartini, l'ex portiere della Cremonese Marco Paoloni (quello del sonnifero dato di nascosto ai compagni di squadra), e l'ex torinista Vincenzo Sommese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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