In fondo, la delusione ferrarista per la richiesta di revisione bocciata è la cosa meno frustrante. Non importa solo che alla Rossa e Vettel manchi ora una vittoria. Così come non importa solo che la Mercedes ed Hamilton né mantengano una in più. Importa altro. Importa il messaggio. Importa che ai piloti, a questi gladiatori moderni, venga impedito di lottare come potrebbero e vorrebbero. Importa che a Vettel, Hamilton, Verstappen, Raikkonen, Leclerc, a tutti non sia concesso di togliersi l'armatura per poter affrontare a petto in fuori e a viso scoperto i rivali. Dietro ai cinque secondi comminati dai giudici a Vettel in Canada, che l'avevano privato del successo conquistato in pista, e dietro i cinque secondi che gli stessi giudici riuniti ieri a Le Castellet non hanno voluto neppure mettere in discussione dopo i nuovi dati portati dal Cavallino, non si nasconde solo un no e uno sgarbo alla Ferrari che in questa Formula uno a stelle e strisce del dopo Montezemolo e del dopo Marchionne conta sempre meno. Si nasconde ben altro: l'incapacità di capire che non esiste sport motoristico senza velocità e pericolo; e che troppe regole e codicilli, come quella che ha punito Vettel per aver allargato ostacolando Hamilton al rientro in pista dopo un'escursione, fanno solo il male di questo sport. Lo dice anche un furioso Vettel: «Cosa dovremmo fare ora? Dovrei ritirarmi, almeno non finirei nei guai. Sto scherzando, ovviamente». Non scherza però quando dice che «per cambiare questo regolamento bisognerebbe solo bruciarlo. Altrimenti si perde la filosofia delle corse».
La Formula uno si traveste da vigile urbano e fischia la violazione del codice a trecento all'ora perché Vettel ieri, Verstappen l'altro ieri, Hamilton anni fa hanno tagliato questa chicane, sculettato col posteriore in quell'altra, o sono rientrati in pista cercando di star davanti all'avversario. E fischia ignorando, come in questi giorni, che piloti avversari hanno tutti espresso solidarietà al punito di turno. Così facendo, questa nobile disciplina si spoglierà del proprio dna per indossare quello delle console e dei video giochi, trasformando i propri duelli in sfide virtuali: cioè, in qualcosa che sarebbero potuto essere ma non sarà mai.
La decisione di ieri a Le Castellet, assolutamente in linea con quella del Canada, va in questa direzione: cioè indica agli appassionati la porta. Quella da cui uscire, smettendo di seguirla. Perché i progressi fatti nella sicurezza attiva e passiva sono sacrosanti e guai solo a rallentare in tal senso, ma è suicida lasciar cadere inascoltato il grido dei gladiatori che chiedono più libertà per combattere le loro gare. Di questo mondiale fin qui triste per la Rossa, alla fine che cosa ricordiamo? I due sorpassi di Leclerc a Monte Carlo. E la commovente lotta di Vettel per mantenere il comando a Montreal. In fondo, due eccessi. Significa che tutto il resto è noia.
I tempi delle libere: 1. Bottas (Mercedes) 1'30''937, 2. Hamilton (Mercedes) 1'31''361, 3. Leclerc (Ferrari) 1'31''586, 4. Vettel (Ferrari) 1'31''665.
Tv: qualifiche oggi ore 15 Sky Sport F1.
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