A questo punto può perderlo solo lui. Solo Jonas Vingegaard, il re pescatore che ieri ha trascinato nella sua rete un po' tutti, compreso il pesce più grosso: Tadej Pogacar. Altro che Tour incerto sul filo dei secondi: ieri nell'unica crono, come nella prima tappa pirenaica, sono volati i minuti (1'38). E, ancora una volta, a soccombere è stato lo sloveno vincitore di due Tour, che nelle ultime due tappe alpine aveva chiaramente mostrato meno brillantezza rispetto al rivale danese che ha letteralmente sbriciolato sulla côte de Domancy le ambizioni del bimbo sloveno.
Al danese basta poco: gli sono più che sufficienti 22 chilometri, in gran parte di salita, per scrollarsi di dosso con facilità disarmante tutti, come se lui fosse a cavallo di un'astronave e gli altri su un go-kart. Quasi 100 secondi al suo rivale diretto, quasi tre minuti al compagno di squadra Van Aert che nelle prove contro il tempo non è proprio l'ultimo arrivato. «Mi sentivo molto bene, è la cronometro migliore che abbia fatto in carriera - ha ammesso la maglia gialla della Jumbo Visma (a proposito, il team ha deciso di denunciare l'idiota del selfie, che ha fatto cadere l'altro giorno Kuss) -. Ho sorpreso me stesso, assolutamente, non mi aspettavo di fare così tanto bene. Tour chiuso? No, ci sono ancora tante tappe dure e ci sarà da battagliare con Tadej».
C'è da credergli? Per quanto ci riguarda no. È un Tour ormai blindato, che davvero può solo gettare alle ortiche lui, con una condotta di gara scellerata. Chiaro, oggi il Tour propone la tappa più cattiva con 5.100 metri di dislivello e la montagna più severa (il Col de la Loze, la vetta più alta della Grande Boucle). Si arriverà a Courchevel, dove nel 2000 Marco Pantani vinse la sua ultima volta. Lassù, due giorni dopo la vittoria sul Mont Ventoux, staccò nettamente Lance Armstrong, per dimostrare al mondo di essere più forte del texano.
Qui, Vingegaard oggi ha l'occasione di scrivere la parola fine, con una nuova impresa. Qui, Tadej Pogacar potrebbe riaprire i giochi con una prestazione da tutto o niente: alla Marco Pantani.
A consolar l'Italia, che sale a 80 tappe senza gioia, è il nostro Giulio Ciccone: inseguendo i punti della maglia a pois, è il più veloce nel tratto più severo della crono. Ma anche su di lui si profila l'ombra di Jonas Vingegaard: è lì, a soli sei punti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.