È andato tutto bene, come doveva. Dorothea Wierer, 29 anni, ha vinto la sua seconda coppa del mondo assoluta, ieri in Finlandia, nell'ultima gara a porte chiuse, diventando la prima italiana nella storia a portarsi a casa consecutivamente due trofei assoluti. Sulla carabina aveva disegnato quel mantra d'Italia «Andrà tutto bene». Eppure qualcosa poteva sfuggire nel tourbillon di questo finale di stagione degli sport invernali dove, fra cancellazioni, discriminazioni per gli italiani, frontiere chiuse, incertezza e qualche titolo assegnato quasi a tavolino, al biathlon è stato chiesto, invece, di gareggiare fino all'ultimo.
Ad altri è stato impedito di scendere in pista, altri ancora - come i fondisti con Federico pellegrino sono stati quasi esortati ad andare in Canada per poi rientrare di corsa. L'Italia degli sport invernali chiude bottega in questo anno bisesto, ma non funesto, almeno per risultati. Abbiamo vinto cinque coppe del mondo generali. C'è il terzetto di first ladies con Federica Brignone nello sci alpino, Doro nel biathlon e Michela Moioli che, venerdì, ha vinto il suo secondo trofeo assoluto nello snowboard cross e da oggi può pensare al nonno, che combatte il Covid-19 da un letto d'ospedale di Bergamo. Ci sono poi i titoli dello snowboard alpino con Roland Fischnaller, campione assoluto a 39 anni e dello sci velocità, con Simone Origone, alla dodicesima coppa.
Wierer avrebbe voluto non gareggiare e non perché la classifica la avvantaggiasse: «La Ibu - Federazione internazionale - pensa ai soldi e meno alla salute». Ieri ha messo tutto da parte e, dopo la prova opaca nella sprint, con l'11sima piazza nella pursuit che registra anche la terza piazza di Lisa Vittozzi - ha vinto sul campo, con un vantaggio limato a 7 punti su Tyril Echoff, decima dopo l'ultimo shooting vanificato da 3 errori. Alla norvegese resta la coppetta di specialità, mentre Doro quest'anno ha vinto anche la coppetta della mass start, oltre alle 4 medaglie mondiali, due delle quali d'oro. «Dopo la sprint serviva un miracolo spiega la finanziera di Anterselva partivo con un distacco di 1'20''. Ieri è stata la mia peggior prova: son stati giorni psicologicamente pesanti col nostro sport, l'unico che doveva ancora correre». Wierer si dice «arrabbiata e delusa».
Sognava l'Oman e un po' di meritato riposo, ma Doro sa che cosa fare adesso: «Dedico questo risultato al mio Paese, faremo vedere di che pasta siamo fatti e voglio dire che adesso manca a tutti ancora una gara. E la vinceremo insieme!».
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