Zaccheroni: "Ecco cosa ha in più l'Inter. Milan e Napoli hanno un problema..."

Alberto Zaccheroni ha fatto il punto della situazione sul campionato di Serie A arrivati al giro di boa, ha commentato il momento di Inter, Milan e Juventus e molto altro ancora

Zaccheroni: "Ecco cosa ha in più l'Inter. Milan e Napoli hanno un problema..."

La Serie A è ora in vacanza ma il girone d'andata è stato emozionante, equilibrato e ricco di partite ben giocate. L'Inter guida la classifica saldamente con 46 punti, con quattro e sette punti di vantaggio rispettivamente su Milan e Napoli che ad un certo punto della stagione avevano ben sette lunghezze in più rispetto ai nerazzurri. L'Atalanta è sempre in agguato mentre la Juventus è staccata di 12 punti dalla vetta. In esclusiva per ilgiornale.it, un grande ex allenatore come Alberto Zaccheroni ha fatto il punto della situazione al giro di boa del campionato ma non solo:

Mister, siamo arrivati a metà campionato: che idea si è fatto di questa Serie A?

"Ho visto alti e bassi un po' in tutte le squadre, c'è stata qualche fiammata ma adesso l'unica che ha un percorso regolare mi sembra l'Inter che ha acquisito la consapevolezza di essere forte. Sono liberi di testa, sono in una fase positiva e poi vedo che Simone Inzaghi sta facendo ruotare bene i suoi giocatori e anche quelli che entrano dalla panchina hanno entusiasmo e rendono al massimo. Si intravede quell'aria positiva che nelle altre squadre non c'è. Tutte le altre hanno alti e bassi e dico tutte, nessuna ha ancora trovato la quadra. Il Milan per essere una squadra che va bene ha troppi infortuni, non so cosa sta succedendo da un po' di tempo onestamente. Collego Maldini alla sintomatologia del Milan perché tutti questi infortuni solitamente accadono ad una squadra che non sta andando bene, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona ma non può essere il caso del Milan perché Maldini è bravo in questo, l'aria la tiene pulita e non riesco a capire a cosa sia dovuto. Non penso sia problema di preparazione. L'Inter va bene e non ha infortuni, io ho allenato 40 anni e quando avevo parecchi giocatori fuori per infortunio c'era qualcosa da rivedere, c'era qualcosa che al gruppo non piaceva".

Per la lotta scudetto Inter e Milan o anche Atalanta e Napoli?

"Io sono incantato da Gasperini e il lavoro che riesce a fare. Lui costruisce la squadra sulle caratteristiche dei propri giocatori. Non fa copia e incolla, è sempre una spanna avanti degli altri però io già dall'inizio del campionato vedo la sua squadra che va con il freno a mano tirato. Quest'anno non ho mai visto l'Atalanta per due partite di fila con spirito dello scorso anno, non si divertono come l'anno scorso, sembra abbiano smarrito la voglia di stupire che invece devono sempre avere. Anche il Napoli sta andando bene ma ha una marea di infortuni muscolari e anche qui come il Milan non capisco il perché visto che anche l'aria sembra pulita, non emergono frizioni dall'interno all'esterno. Per lo scudetto dico Inter-Milan ma ripeto i rossoneri non possono andare avanti così con gli infortuni".

La Juventus è attardata: la sorprende questa cosa?

"La Juventus deve ancora costruire, bisogna avere pazienza fare un lavoro certosino, un po' alla volta. Allegri ha una credibilità tale che può permettersi di costruire pian piano la sua squadra. Deve rifondare e non è facile. La prima volta che arrivò alla Juventus lui diede la sua impronta ma era già costruita da Antonio Conte la squadra mentre oggi no, ha faticato e si è visto. Ha capito che per uscire dalle difficoltà doveva usare un'nterpretazione di gioco che non adotta più nessuno, ovvero il 4-4-2 ma era l'unica cosa possibilie in questo momento anche se ancora non vedo compattezza. La Juventus in questo momento ha bisogno di coprire il campo, Dybala se lo vuoi al meglio non deve coprire più di 30 metri perché poi perde in qualità. Ripeto, la Juventus non ha ancora trovato né quadra né compattezza".

Allegri ha fatto scelta giusta tornando alla Juventus?

"Io sul tornare in una squadra già allenata non faccio testo perché non sono mai voluto tornare da nessuna parte. So che è difficile dire di no alla Juventus però non so cosa vuol dire tornare in un luogo dove si è fatto bene. Se torno dove ho vinto si aspettano che la squadra parta subito alla grande, che si faccia subito la differenza, che si vinca ma non è così. Bisogna costuire e aggiungere sempre qualcosa in più per diventare imprevedibile e oggi più di ieri vale questo concetto"

Ha ragione dunque Capello che Allegri ha fatto una scelta di "comodo"?

"Dipende dal carattere della persona. Secondo me Allegri è stato intrigato dal fatto che la Juventus non stesse facendo bene e dunque ha accettato la sfida. Ripeto, non l'ho mai fatto ma forse l'avrei fatto pure io perché si tratta di una bella sfida. Si è vero, dall'altro lato magari c'era il Real Madrid, già costruito per vincere, ma io non la vedo come Capello da questo punto di vista. Andare al Real sarebbe stato più facile forse, da stare seduto in poltrona. Se quest'anno la Juventus arriva nelle prime quattro Allegri ha fatto una grande cosa per come sono partiti.

Parliamo di Champions League: come vede il percorso di Juventus e Inter contro Villarreal e Liverpool?

"La Juventus è superiore al Villarreal come qualità ma bisogna vedere come arriverà a febbraio a quella sfida. La Juventus non ha ancora trovato la quadra e se non migliorano in imprevedibilità e se non si prenderanno maggiori rischi la vedo dura. In questo momento Allegri ha scelto la solidità a discapito dell'imprevedibilità, adesso il suo compito è mantenere quella stabilità per poi diventare anche imprevedibili. L'Inter invece sta viaggiando a gonfie vele perché lì la chimica tra il mister e i giocatori è scattata, gli ha liberati un po' mentalmente e stanno facendo benissimo. Io l'andamento dell'Inter lo misuro da Perisic, dal suo rendimento, per me lui è il termometro dell'umore della squadra nerazzurra. Con il Liverpool non la vedo affatto spacciata, anzi, sono due partite e dunque può succedere di tutto. L'Inter è solida, ha certezze, ha qualità e dunque ce la può fare assolutamente"

Lei prima parlava degli infortuni: non è dunque un caso che l'Inter capolista non abbia infortuni muscolari?

"Assolutamente sì, quando ero all'Inter si vociferava che ci fossero tanti infortuni per "colpa" dell'eccessiva umidità di Appiano Gentile, idem quando ero alla Juventus si dava la colpa degli infortuni all'umidità e ai terreni di Vinovo. In realtà non è mai così, quando ci sono tensioni si è più inclini agli infortuni se tutto gira bene invece i giocatori non si fanno male nella stragrande maggioranza dei casi"

Chi è l'allenatore migliore in Serie A?

"Non so fare un nome, posso dire che ora c'è una bella schiera di allenatori bravi e se guardo quello che fanno sul campo il livello si alzato notevolmente. Poi quello che fa sempre la differenza è la gestione caratteriale dei calciatori, la gestione delle dinamiche è fondamentale. Deve scattare la chimica e bisogna essere bravi ad entrare nelle teste dei giocatori, sempre, è questo che fa la differenza per gli allenatori".

Lei ha qualche rimpianto in carriera?

"No, per niente. Ho vinto in tutte le categorie, non ho vinto con l'Udinese quando c'erano però le sette sorelle e siamo arrivati in Champions.

Non ho alcun rimpianto perché volevo allenare, e l'ho fatto alla grande. L'unico posto dove non ho vinto è Cosenza perché a gennaio mi hanno dato 9 punti di penalità. Tante volte sono subentrato ma ho fatto sempre bene: ripeto non ho alcun rimpianto per la mia carriera di allenatore".

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