Il tonfo dell'Inter di Simone Inzaghi contro il Bologna ha sancito ufficialmente il primato del Milan. Ora i rossoneri guidano la classifica di Serie A, a quattro giornate dal termine, con due punti di vantaggio sui nerazzurri: con 10 punti gli uomini di Pioli vinceranno lo scudetto senza guardare a quello che faranno i cugini. Alberto Zaccheroni, ex allenatore di entrambe le squadre, in esclusiva per ilgiornale.it ha dato la sua opinione su questo rush finale, ha evidenziato punti di forza e debolezza sbilanciandosi su chi è il grande favorita per la conquista dello scudetto:
Zaccheroni, si aspettava la sconfitta dell'Inter contro il Bologna?
"No, sinceramente non me l'aspettavo anche perché il Bologna ha una classifica sana, non gli servivano punti. Però c'è stato l'effetto Mihajlovic, anche l'anno scorso con Sinisa in cura i giocatori diedero il meglio di loro. L'Inter ha perso una grande chance anche perché il pareggio avrebbe permesso di mettersi ad un punto dal Milan che magari un pareggio lo potrebbe anche fare in queste ultime quattro partite. Così devi sperare che i rossoneri perdano e non lo vedo così facile che accada".
Si spiega cos'è successo all'Inter al Dall'Ara?
"Vado oltre l'infortunio di Radu ovviamente... Faccio fatica a capire cosa succede ogni tanto a questa squadra che qualche battuta d'arresto l'ha avuta soprattutto quando Inzaghi si è dovuto affidare al turnover, specie davanti. Ripeto, a parte l'episodio di Radu, che può capitare, la partita l'hai persa perché non hai panchina. Se non hai Lautaro Martinez e Dzeko al top non hai rincalzi di valore perché Sanchez ormai ha dato il meglio mentre Correa ha deluso le aspettative, è un bravo giocatore ma... soprattutto quando entra a gare in corsa e nemmeno spesso. Dzeko e Lautaro rispetto agli altri due sono di un altro livello e per me i cosiddetti livelli contano tanto nel calcio"
La sconfitta dell'Inter può essere considerata una pietra tombale sulle ambizioni tricolore?
"Guardando il calendario quello del Milan non è facile ma sicuramente è meno difficile di quello dell'Inter, a mio parere. Come dicevo prima ci sono i livelli nel calcio e io quando parlo di questo sport li tiro sempre in ballo. Do per assodato che Inter e Milan giocheranno al massimo queste ultime quattro partite ma il calendario dei rossoneri mi sembra più facile rispetto a quello dei nerazzurri che penso sia più tortuoso"
Il Miilan è il suo grande favorito per lo scudetto?
"Ho sempre detto che a me piace come gioca il Milan ma nell'ultimo periodo, che dura ormai da un mese e mezzo, mi piace meno e infatti ha ottenuto meno risultati, ha fatto più fatica a segnare. Mi sembra sia un dato di fatto, non è solo una mia sensazione che il gol arrivi con maggiore difficoltà. Io ho fatto per tanti anni l'allenatore e sto notando che il Milan è maggiormente leggibile dagli avversari in questo momento perché non rispetta un principio della fase d'attacco fondamantale: l'ampiezza per allargare le difese avversarie. Diventa più difficile segnare, il Milan prova sempre a penetrare per vie centrali. I cross dai lati sono scomparsi totalmente perché vanno tutti dentro e nessuno sulle fasce. Giroud e Ibra prediligono le palle alte e non arrivano. Parlando di scudetto ovviamente il Milan ha l'occasione della vita, perché quasi tutta la rosa ha la pancia vuota, non ha vinto niente. Non puoi portare il Milan al rush finale perché ti può fare male. Ora l'Inter può fare solo una cosa: vincerle tutte e quattro e sperare che ai giocatori del Milan, soprattutto ai più giovani, sopraggiunga la paura di vincere. Maldini, però, in carriera ne ha vissute di tutti i colori e sarà molto vigile sotto questo aspetto".
Se sarà scudetto al Milan sarà soprattutto per i demeriti dell'Inter?
"No, perché il Milan comunque ha fatto punti. Io non voglio togliere meriti al Milan. Sulla carta l'Inter è più forte ma, ripeto, i rossoneri hanno l'occasione della vita e se gli dai l'opportunità a quattro giornate dalla fine diventano pericolosi. A questi ora interessa solo performare e vincere".
Si è parlato a lungo del recupero di campionato dell'Inter che alla fine si è ritorto contro ai nerazzurri. Che ne pensa?
"Non credo che questi episodi sfavoriscano o favoriscono le squadre coinvolte. La cosa che conta sempre è la capacità di sostenere prestazioni ad alto livello sotto pressione. I risultati finali sono la somma delle prestazioni individuali, di squadre e dell'avversario, è sempre così. Le altre cose di cui si parla sono superflue, io ho sempre e solo guardato al campo. Tutto il resto è sempre per fare caciara, polemica e colore e onestamente non mi interessa parlarne".
La pensa come Sacchi che ha definito il gioco dell'Inter "antico", stile anni '60?
"Non sono d'accordo con lui. Ci sono squadre che praticano un calcio diverso, più palleggiato e intenso. Per me Arrigo si riferisce all'intensità perché l'Inter è una compagine che gestisce la partita e accelera improvvisamente e lo fa con grande qualità perché ne ha tanta. Se poi vogliamo paragonare il nostro calcio a ciò che vediamo ora in Inghilterra si apre un mondo. City e Liverpool giocano con intensità per tutta la partita e hanno una qualità assoluta. Le due prerogative che non devono mancare ad una squadra di calcio sono qualità e intensità. Poi vengono l'attenzione, la precisione e la personalità. Se non hai le prime due, però, non vai da nessuna parte".
Mister, cos'è successo a Radu?
"Capita, soprattutto quando giochi poco. Potrebbe sembrare un eccesso di sufficienza e invece penso sia il contrario.
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