Zanardi, oro a 15 anni dal dramma E lo dedica a Tamberi

di Benny Casadei Lucchi

Alex Zanardi che non è nato ieri ma è rinato esattamente quindici anni fa sulla pista del Lausitzring è uomo che sa come va il mondo. Di più. Sa come va l'altro mondo. Perché proprio sabato 15 settembre 2001 l'ha visto e sfiorato mentre giaceva senza più gambe sull'asfalto di quella fottuta pista tedesca con un litro di sangue in corpo «e i medici si domandano ancora come sia riuscito a sopravvivere». Per questo, perché tre mesi dopo era in piedi su due protesi magiche che ci voleva un incantesimo di volontà per reggersi sopra, perché sa sempre dare il giusto peso alle cose del nostro mondo e perché la forza che Alex ha addosso ti conquista tutte le volte che lo incontri, lo ascolti, lo leggi, per tutto questo ieri a Rio ha, sì, vinto la medaglia nella cronometro handbike, la 4ª in carriera, terzo oro dopo Londra 2012, ma non è per questo che ha davvero stupito.

Alex ha sorpreso perché è riuscito nel gesto più difficile che ci sia per gli sportivi e nello sport: riflettere la propria gloria, come fa lo specchio col raggio di sole, e illuminare un altro atleta. «Ci sarebbero una miriade di persone che dovrei ringraziare» ha detto, «ma siccome sono ancora un ragazzino e voglio andare avanti, dedico a Gian Marco Tamberi quest'oro. A lui che una medaglia l'avrebbe sicuramente presa e invece è stato sfortunato». E poi, come se l'avesse di fronte: «Ti mando un bacio d'incoraggiamento, tieni duro, perché sei giovane e alle prossime Olimpiadi tiferemo per te».

Mentre da Malagò a Renzi tutti twittavano per Zanardi scordandosi di far lo stesso con uguale prontezza ed enfasi per gli altri ori handbike di Podestà e Mazzone e per Assunta Legnante meravigliosa nel peso con un'incredibile storia di sofferenza alle spalle (in serata oro anche nel fioretto di Bebe Vio), Alex al contrario non si limitava a twittare e cinguettare. Alex parlava. Alex diceva cose e nel farlo sottolineava valori. Come quello della volontà che anima Tamberi oggi alle prese con la dolorosa e silenziosa sfida di un giovane che aveva il mondo in pugno alla vigilia dei Giochi e per un infortunio è stato costretto a spostare l'asticella non in alto ma in avanti di 4 anni. «Alex ha toccato il cuore di tutti con la sua storia» ha risposto Gian Marco sorpreso e conquistato.

«Ma con queste parole è entrato dentro al mio e ci ha preso la residenza...». È la magia di Zanardi, caro Gian Marco. Quelle cose lì. Quelle che ti rimangono addosso tutte le volte che lo incontri, lo vedi, lo ascolti, lo leggi. Cose dell'altro mondo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica