Zaniolo, il piccolo Kakà da scarto a stella di Natale

Arrivato tra l'indiffernza nell'affare Nainggolan ha conquistato la Roma con il gol al Sassuolo

Zaniolo, il piccolo Kakà da scarto a stella di Natale

Roma Uno scarto, ma attenzione a non fraintendere il significato. Quando, lo scorso 25 giugno, Zaniolo è arrivato a Roma per le visite mediche, è stato accolto dai tifosi con grande scetticismo. D'altronde rientrava nell'affare che portava Nainggolan, amatissimo dai romanisti, all'Inter. Al malumore per la cessione del belga si aggiungeva quello per l'arrivo di un 18enne (ha compiuto 19 anni il 2 luglio) che aveva giocato appena 7 partite con i professionisti (in Serie B con l'Entella). Per l'ottimismo, per la fiducia nel direttore sportivo Monchi, convinto di aver preso uno dei migliori giovani centrocampisti in circolazione, non c'era spazio. Di giorno in giorno, di partita in partita, l'umore della piazza su Zaniolo è però cambiato. A settembre la convocazione con la nazionale maggiore (ma non ha esordito), da ottobre ha giocato (da titolare o da subentrante) tutte le partite di campionato, a novembre la grande prestazione contro il Real Madrid, mercoledì scorso il primo gol in Serie A. Ed ecco che il dubbio sorge spontaneo: non è che a giugno l'affare lo ha fatto la Roma?

Stefano Vecchi, l'ex allenatore dell'Inter Primavera con cui Zaniolo ha vinto scudetto, supercoppa e Torneo di Viareggio, descrive il classe 1999 come «una mezzala moderna. Un giocatore alla Lampard, alla Gerrard...». Eppure fino a pochi anni fa giocava trequartista. Così si spiegano le sue qualità tecniche oltre al coraggio di cercare sempre la porta con imbucate per i compagni o tiri (spesso anche da fuori area). Figlio di Igor Zaniolo (ex attaccante fra le altre di Genoa, Messina e Salernitana), Nicolò è nato a Massa e cresciuto a La Spezia. Per sette anni è stato nelle giovanili della Fiorentina: quando giocava negli Allievi dei viola indossava con eleganza la numero 10, anche se di se stesso, Zaniolo pensa invece di avere più fisico che non tecnica. Passato alla Primavera dell'Entella, nel 2016-17 gioca sette partite in Serie B, prima di trasferirsi all'Inter per 2 milioni di euro. Nonostante la giovane età ha quindi già viaggiato molto, ha vissuto realtà diverse. Cose che formano l'uomo e, di conseguenza, il giocatore.

Il suo calciatore preferito è sempre stato Kakà, che vinceva il Pallone d'Oro quando Nicolò aveva 8 anni e cominciava a sviluppare senso critico e passione calcistica. La sterzata contro il Sassuolo, con cui si è creato lo spazio per segnare con un morbidissimo tocco sotto, effettivamente ricorda proprio il brasiliano. Può crescere ancora e ultimamente sta trovando la continuità necessaria per farlo: nelle ultime cinque giornate di campionato è sempre stato schierato titolare, in questa stagione ha affrontato il Real Madrid, due volte, l'Inter e la Juventus. Tutte partite che aiutano a maturare. E improvvisamente i tifosi della Roma si fidano di lui e delle sue qualità.

Improvvisamente, proprio sotto Natale, la piazza si rende conto che non è uno scarto dell'Inter ma un bellissimo regalo che, una volta aperto (anzi, scartato...) è anche particolarmente apprezzato. E allora, chi in estate lo definiva uno scarto forse aveva ragione. Bisognava solo aspettare Natale e capire bene il significato di quella parola che suonava così male...

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