Staffetta Pitti-Milano Il giorno fantasma con corsa all'anticipo

Staffetta Pitti-Milano Il giorno fantasma con corsa all'anticipo

Chiude Firenze, apre Milano: la staffetta procede imperterrita, da tante stagioni. Pitti snocciola una serie di eventi imperdibili che ti impediscono di capire cosa propongono gli espositori nel salone, operazione complessa di per sé con oltre mille collezioni. Ma non basta perché anche Firenze inizia un giorno prima dell'apertura ufficiale. Per fortuna i risultati positivi di questa edizione - buyer in aumento del 4%, 19 mila presenze - fanno per un attimo dimenticare che ci vorrebbe un respiro più ampio. C'è qualcosa in questo passaggio di testimone che comprime i tempi da togliere il respiro. È quella giornata fantasma, ieri per la cronaca, che sulla carta è appannaggio di Firenze, ma in realtà viene militarmente occupata da Milano. C'erano sfilate come Harmont&Blaine, presentazioni come Kiton e Pirelli PZero, John Varvatos e Neil Barrett, D.A.T.E. for Giulianofujiwara, più numerose preview (Marras, Hogan, Philippe Plein, Ermenegildo Zegna, Trussardi, N°21 di Alessandro Dell'Acqua...) una serie di appuntamenti «occulti» che di fatto chiedono agli addetti al lavori una ginnastica fra il ritorno concitato dal capoluogo toscano, il riordino degli appunti, la redazione della mappa degli spostamenti da un angolo all'altro della città, e poi la stesura degli articoli. Tutto questo anziché tonificare le sinapsi, trasforma noi lavoratori dell'informazione in tanti zombi. Il problema esiste se è vero che le sfilate di Milano Moda Uomo cominciano ufficialmente stamattina con Corneliani e proseguono per 3 giorni e mezzo, quasi quattro proponendo i défilé di 42 marchi e le presentazioni di 26 collezioni. Di fatto il lavoro è partito ieri ed è stato consacrato, in serata, da un private dinner che Camera Nazionale della Moda e il nuovo consiglio direttivo hanno voluto per valorizzare la kermesse e festeggiare Rosita Misssoni, premiata con il cavalierato della Repubblica per aver contribuito all'affermazione del made in Italy nel mondo. Sulla questione sentiamo Jane Reeve, amministratore delegato di Camera della Moda: «Questa problematica non è arrivata sul mio tavolo, ma se qualcuno mi dovesse dire che il calendario è compresso, prenderò in considerazione la questione e la risolverò. Sono qui per questo». Bene, risolviamo anche il problema di un brand come Dolce&Gabbana che non compare ufficialmente in calendario mentre oggi tiene conferenza stampa all'alba e sfilata alle 14. L'immagine del calendario non ne guadagna. Inoltre molti buyer ieri sera non erano ancora arrivati in città, e molti di loro insieme alla stampa internazionale prenderanno il volo martedì per Parigi subito dopo Cavalli perché anche lì si comincia un giorno prima rispetto al 25, apertura ufficiale delle sfilate uomo.

Insomma una corsa all'anticipo che ormai ha del ridicolo. Se dobbiamo dare man forte a Milano dobbiamo fare in modo che i quattro giorni siano pieni o meglio che ce ne siano cinque, tutti forti. Un sogno? Crediamoci.

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