la stanza di Mario CerviL'Italia è oppressa dal fisco. Ma è un difetto diffuso, in Europa

Grillo fa tutto questo sconvolgimento mediatico per andare da Napolitano, una volta al suo cospetto ci si poteva aspettare che gli dicesse qualcosa di eclatante, volevo una novità. Invece nulla. I discorsi vertono su cose che già si sanno. L'Italia non è più una democrazia. Perché? Lo è forse mai stata? L'Italia è da sempre una dittatura fiscale travestita da democrazia, chiunque se ne renderebbe conto. Le democrazie sono ben altra cosa, lo sono quei sistemi in cui al popolo viene concesso di cambiare una decisione sbagliata presa dal potere legislativo, senza alcun limite.
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Sono anch'io del parere che l'incontro di Beppe Grillo con Napolitano sia stato inutile. E mi associo spesso e volentieri alle denunce dai difetti e dei guai italiani. Ma rifiuto l'idea che l'Italia non sia una democrazia. Tutti gli stati moderni sono, quale più quale meno, dittature fiscali. Noi italiani siamo soggetti a una pressione tributaria di scandalosa pesantezza, ma siamo in Europa, da questo punto di vista, al quarto posto. Si pagano troppe tasse e troppo spesso il gettito delle tasse è dilapidato da amministratori incapaci. Le democrazie, scrive Felice Carpusi Visombala, sono ben diverse dal regime italiane, sono la prerogativa di Paesi in cui al popolo viene concesso di cambiare una decisione sbagliata presa dal potere legislativo. Ma questo potere gli italiani possono esercitarlo in elezioni tutto sommato corrette ed eventualmente nei referenda.

Non è che manchino gli strumenti per far valere la volontà popolare (anche se dal Movimento 5 stelle viene il rude invito «tutti a casa»). Manca una classe politica capace di gestire bene questa nostra affascinante e disperante penisola.

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